Cappella di San Gennaro
La nascita della reale cappella del Tesoro di san Gennaro è legata alla prima metà del 1500 quando Napoli fu coinvolta in conflitti bellici a cui seguirono la peste ed eruzioni vulcaniche del vicino Vesuvio accompagnate da una serie di terremoti.
A seguito di questi eventi il popolo napoletano promise al Santo che in cambio della grazia gli avrebbe costruito una nuova cappella all’interno del Duomo. Per sottolineare che tale cappella non sarebbe dovuta essere né della Chiesa né dello Stato ma di tutta la cittadinanza, venne sottoscritto un atto ufficiale davanti a un notaio. Venne fondata una Deputazione formata da rappresentanti dei Sedili, antiche istituzioni amministrative che hanno governato e regolamentato la città fino al XIX secolo. Una Cappella per custodire il suo sangue, il luogo per un miracolo che diventa miracolo d’arte: un tesoro per il più grande tesoro dei fedeli napoletani.
La cappella ha una pianta a croce greca ed è un gioiello di arte e architettura barocca. L’apparato decorativo pittorico, sia i dipinti che gli affreschi , sono prevalentemente del Domenichino e trattano le Storie della vita di San Gennaro, mentre l’affresco presente nella parte centrale della cupola rappresentante la scena del Paradiso è opera di Giovanni Lanfranco.
L’altare maggiore, al centro del presbitero, è realizzato nel tipico stile del barocco napoletano seicentesco e il paliotto d’argento raffigura la Traslazione delle reliquie del santo da Monte Vergine a Napoli.