Arco di Settimio Severo
Eretto nel 203, fu dedicato dal senato all’imperatore e ai suoi figli, Caracalla e Geta, per celebrare la vittoria sui Parti, popolazioni che vivevano nell’attuale Iran e Iraq. A testimonianza degli accadimenti è l’iscrizione incisa sull’attico dove è possibile notare delle fessure che erano destinate a sorreggere le lettere in bronzo ma che non coincidono con le lettere incise presenti. Infatti non appare più il nome di Geta che fu ucciso dal fratello Caracalla, alla morte del padre Settimio Severo. L’arco è a tre fornici, quello centrale, probabilmente, era attraversato da una strada. I bassorilievi che lo decorano narrano le imprese dell’imperatore. La particolarità costruttiva dell’arco e quella di avere colonne libere e non addossate ai piloni.
Durante il Medioevo, l’Arco di Settimio Severo fu utilizzato come fortezza e, nel corso dei secoli fu progressivamente interrato sotto cumuli di detriti e terra. Solo nell’Ottocento fu liberato da ogni ingombro e sottoposto a importanti scavi e restauri.