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panorama_105AFE3E_37EC_EF7D_41C4_C6EEE90653A6.subtitle = Appartamento del Settecento: le anticamere o sale delle stagioni \
Nel progetto di Luigi Vanvitelli quelli oggi connotati come appartamenti del Settecento erano destinati al principe e allaprincipessa ereditaria. Furono Ferdinando IV e Maria Carolina che a partire dagli anni Ottanta, non essendo terminati gli appartamenti loro riservati, dettero ordine a Carlo Vanvitelli di riadattarli per loro abitazione.
Costano di 4 anticamere, convenzionalmente indicate come sale delle stagioni per le iconografie degli affreschi che decorano le volte, che precedono lo studiolo del re.
panorama_3FAA21F6_2FDE_072C_41C0_5FE6AADFBA05.subtitle = Dopo la partenza di Carlo i lavori di costruzione della Reggia subirono un notevole rallentamento, tanto che alla morte di Luigi Vanvitelli, nel 1773, erano ancora lungi dall'essere completati. \
Carlo Vanvitelli, figlio di Luigi e successivamente altri architetti, che si erano formati alla scuola del Vanvitelli, portarono a compimento l’opera nel secolo successivo, un complesso costituito dal grandioso Palazzo e dallo straordinario Parco caratterizzato da una lunga e rettilinea via d’acqua punteggiata da monumentali fontane che originano dalla grande cascata di Diana e Atteone e terminano non lontano dalla facciata del Palazzo che prospetta sui giardini. \
Erroneamente la Reggia casertana è stata avvicinata stilisticamente a quella di Versailles. \
In realtà un chiaro punto di riferimento per il palazzo sembra essere L’Escorial, simbolo ancora in pieno Settecento del potere dinastico spagnolo, mentre sono i giardini della Granja di San Ildefonso (Segovia), sito reale molto amato dai sovrani spagnoli, Filippo V e Elisabetta Farnese, e dallo stesso Carlo che vi aveva trascorso gli anni della sua giovinezza, ad ispirare il progetto vanvitelliano del parco. \
In definitiva si può dire che la Reggia, opera maestra di Luigi Vanvitelli, sia il felice risultato di una attenta opera di progettazione nella quale però un ruolo non secondario ebbe Carlo di Borbone, il quale da Madrid continuò a seguire con grande interesse ed attenzione il procedere dei lavori.
panorama_2C2E26F3_377C_DF0A_41C5_F614B00AA16A.subtitle = Fu Carlo di Borbone, re delle due Sicilie, infante di Spagna, duca di Parma e Piacenza, gran principe ereditario di Toscana, a commissionare all’architetto Luigi Vanvitelli, all’epoca impegnato a Roma nella Fabbrica di San Pietro, la costruzione della Reggia di Caserta che doveva essere la più grande e la più straordinaria delle regge europee. \
I lavori, progettati dal Vanvitelli in ogni dettaglio, ebbero inizio con la posa della prima pietra il 20 gennaio del 1752 e procedettero alacremente sino al 1759, anno in cui Carlo di Borbone abdicò in favore del figlio Ferdinando per assumere il trono di Spagna fino ad allora occupato dal fratellastro Ferdinando VI, deceduto appunto nel 1759.
panorama_2F93C230_3764_7705_41C1_9EE5631087D1.subtitle = Fulcro della struttura architettonica vanvitelliana, lo scenografico scalone collega il vestibolo inferiore, punto di incontro dei 4 cortili, e il vestibolo superiore su cui prospetta la cappella palatina e l’ingresso agli appartamenti reali. \
Una larghissima rampa centrale consente una comoda ascesa al primo pianerottolo, vigilato da due maestosi leoni, da cui si dipartono due successive e parallele rampe laterali. La volta è decorata da un affresco raffigurante la Reggia di Apollo, \
Nella parete di fondo in alto, in trasparente, la statua della Maestà Regia e quelle della Verità e del Merito, elementi di un discorso iconografico complesso di cui è parte anche la grande statua dell’Ercole Latino posta nel nicchione del vestibolo inferiore di fronte alla rampa centrale dello scalone. \
Questa proviene dal cortile del Palazzo Farnese a Roma dove faceva pendant con il più famoso Ercole Farnese, oggi presso il Museo Archeologico di Napoli. \
Le due monumentali sculture furono trasferite da Roma per volere di Ferdinando IV di Borbone, ma l’idea di porre una figura di Ercole ai piedi dello scalone di Caserta era stata concepita da Luigi Vanvitelli già in fase progettuale. Ostentando la pelle di leone da lui ucciso, l’Ercole dialoga evidentemente con le sculture che decorano lo scalone: la Maestà Regia (Carlo di Borbone che cavalca un leone, simbolo di forza), il Merito, la Verità e i due leoni monumentali. \
Il messaggio è quanto mai evidente: la forza della monarchia poggia sulle virtù e sui meriti del sovrano.
panorama_2074E18C_2F56_07FC_41C6_0A6FC9C9EDE4.subtitle = I due salottini, quello detto degli specchi e quello degli stucchi, insieme agli straordinari ambienti del bagno della Regina, costituiscono uno ricchissimo complesso di gusto rococò, sia perle decorazioni che per il mobilio perfettamente conservato . \
Numerosi artisti contribuirono a decorare gli ambienti, in primis Fedele Fischetti per gli affreschi e poi i pittori Antonio Dominici e Filippo Pascale, lo scultore Gaetano Salomone egli artigiani Francesco Antonio Serio, Francesco Girardi, Gennaro Fiore, Carlo Pittarelli e Bartolomeo Di Natale. \
Nelle carte settecentesche è ben documentata la funzione specifica degli ambienti: il salottino degli specchi è indicato come “Gabinetto appresso alla camera da letto della Regina”, quello degli stucchi come“Gabinetto di toilette di S. M. la Regina Nostra Signora”, seguono il”Gabinetto ad uso del Bagno” e il “Gabinetto ad uso del Ristretto”
panorama_2DB7B880_377C_5306_41AD_925EDE20232E.subtitle = I lavori di sistemazione della sala iniziarono nel 1811 con la direzione dell’architetto Antonio De Simone il cui operato fu assai criticato dai consulenti chiamati da Gioacchino e Maria Carolina nel 1812 tra cui il francese Leconte e il tedesco Schweickle, quindi interrotti e ripresi solo dopo la restaurazione borbonica (1815). \
I lavori vennero affidati così prima all’architetto luganese Pietro Bianchi nel 1823, poi al napoletano Gaetano Genovese che portò a compimento l’opera solo nel 1845. \
Lungo più di 40 metri, illuminato da ben sei finestroni, presenta nella volta un affresco di Gennaro Maldarelli raffigurante la posa della prima pietra del Palazzo Reale di Caserta. \
L’aspetto della sala denuncia chiaramente l’iniziale progetto del Antonio De Simone che non si discostava molto da quello realizzato per le sale di Marte e di Astrea, con le lesene binate alle pareti ed una sovrastante pronunciata trabeazione. \
Viene appesantito però da sovrabbondanti motivi decorativi in oro che denunciano in pieno il gusto ecclettico di metà Ottocento.
panorama_10B90678_373C_5F05_419A_38D7FAF21AFC.subtitle = Iniziati nel 1757, i lavori per la costruzione del teatro di corte, dopo una battuta d’arresto durata 8 anni, dal 1760, furono ripresi nel 1768 in occasione dei festeggiamenti per il matrimonio del giovane Ferdinando IV con Maria Carolina d’Austria, e terminati prima della morte di Luigi Vanvitelli (1773), progettista dell’intero complesso monumentale. \
Fu il quadraturista Gaetano Magri ad occuparsi, sotto la direzione del Vanvitelli, della decorazione degli interni coadiuvato da Crescenzo La Gamba. \
A quest’ultimo vanno attribuite le parti figurate del dipinto della volta centrale: al centro l’immagine di Apollo (personificazione del re) che calpesta il Drago-Pitone (simbolo del vizio), nelle vele le Muse e la personificazione dei Quattro Elementi, Acqua, Aria, Terra e Fuoco. \
La collaborazione tra i due artisti si estese anche alla volta del Palco Reale: la figura centrale è attribuita al La Gamba, mentre le decorazioni sono ascritte al Magri. \
Ai lati del proscenio i “cartapestari” Gaetano Navarro, Nicola Celiento e Francesco Bonfantini realizzarono le statue di Orfeo, personificazione del canto, ed Anfione, che secondo la leggenda con la sua musica costruì le mura di Tebe. \
Le opere di doratura furono eseguite da Pietro Federchini, Giovanni Amodio ed Antonio Pittarelli. \
Di grande impatto scenografico, il teatro di corte rappresenta l’unico elemento nell’ambito della Reggia casertana iniziato e concluso dallo stesso Luigi Vanvitelli.
panorama_1FD0CFAA_37EF_AD05_41AE_53549204696B.subtitle = La doppia rampa dello Scalone d’Onore si conclude in un vestibolo posto al centro dell'intera costruzione. \
Questo spazio è definito da un'elegante serie di colonne binate che sostengono la volta. \
Qui si trova l'accesso alla Cappella Palatina, mentre sulla sinistra , attraverso la Sala degli Alabardieri e quella delle Guardie del Corpo, si accede alla Sala di Alessandro che funge da disimpegno tra gli appartamenti reali “Vecchio” e “Nuovo
panorama_2CEB08E8_377C_5305_41C0_51E17FDA1F4B.subtitle = La pianta del Real Palazzo ricorda molto da vicino quella dell'Escorial, e l'avrebbe ricordata ancora di più se fossero state realizzate la grande cupola centrale e le 4 torri angolari, elementi previsti in progetto dal Vanvitelli evidentemente su precisa richiesta di Carlo di Borbone. \
L'edificio presenta una pianta rettangolare articolata su corpi di fabbrica affacciati su 4 grandi cortili interni e si estende su una superficie di circa 47.000 metri quadrati per un'altezza di 5 piani pari a 36 metri lineari. \
Un imponente portico (cannocchiale ottico), che passa al centro del Palazzo dividendolo in due ali, costituisce l'ideale collegamento con il Parco e la cascata, posta scenograficamente al culmine della fuga prospettica così creata. \
Fulcro del Palazzo, all'incrocio dei 4 cortili, è il vestibolo inferiore da cui parte lo scalone d'onore, invenzione dellâ'arte scenografica settecentesca, collegandolo al vestibolo superiore, dal quale si accede agli Appartamenti Reali e alla Cappella Palatina, unico elemento collegabile alla Reggia di Versailles.
panorama_1467715F_3724_D53B_41C5_49A44441D8A3.subtitle = Le due sale, progettate da Vanvitelli con la funzione di anticamere all’appartamento del re in aggiunta alla sala degli alabardieri, delle guardie del corpo e al salone di Alessandro,furono decorate all’epoca del breve regno napoletano (1808-1815) di Gioacchino Murat e di Maria Carolina Bonaparte. \
Le due sale, caratterizzate da una veste decorativa di purostile neoclassico, rappresentano un’importante testimonianza della cultura artistica in Italia negli anni dell’impero napoleonico. \
I lavori furono commissionati nel 1809 all’architetto Antonio De Simone, cui nel 1812 vennero affiancati altri 4 architetti tra i quali il francese Etienne Cherubin Leconte, arrivato a Napoli al seguito dei Murat, ed Antonio Niccolini, e due scultori Enrico Schweickle e Filippo Rega, tutti di stretta cultura neoclassica come anche l’autore dei rilievi in stucco in bianco e oro alle pareti, lo scultore palermitano Valerio Villareale, stretto seguace di Antonio Canova. \
Il programma decorativo scelto per la sala di Marte riguardava il dio della guerra e alludeva alla figura di Gioacchino Murat: alla volta Antonio Calliano dipinge Il trionfo di Marte, \
Nella volta della Sala di Astrea Giacomo Berger dipinge un Trionfo della Giustizia (o Astrea) dove i tratti fisionomici della dea la riconnettono alla figura di Carolina Murat.
panorama_21B8B901_2F52_04E4_41AB_46F996CC3FC4.subtitle = Sono tre grandi saloni che precedono i reali appartamenti afferenti a quello che sarebbe dovuto diventareil “quarto” del re, oggi conosciuto come Appartamento dell’800, e sono la Sala degli Alabardieri, quella delle Guardie del Corpo e quella detta di Alessandro. \
La prima è decorata al soffitto da Domenico Mondo con le Armi di Casa Borbone- Farnese sostenute dalle Virtù (1789) e alle pareti da trofei, armi e busti femminili in stucco realizzati (1786-89) di Tommaso Bucciano, Angelo Brunelli e Andrea Calì. \
La sala delle Guardie del Corpo,che contiene la monumentale statua di Alessandro Farnese del Moschino, presenta al soffitto La Gloria del Principe (1785-87) di Gerolamo Starace Franchis e alle pareti 12 pannelli in stucco a rilievo con episodi di guerra avvenuti nell’antichità nel Regno delle Due Sicilie eseguiti (1786-89) da Tommaso Bucciano, Paolo Persico e Gaetano Salomone. \
Dedicato ad Alessandro Magno, il Macedone, il salone successivo decorato alla volta da Mariano Rossi con il Matrimonio di Alessandro e Roxane (1787). \
Alle pareti pannelli in stucco a rilievo raffiguranti episodi relativi alle imprese del Macedone, eseguite però solo nel 1845, e due grossi dipinti raffiguranti imprese di guerra commissionati da GioacchinoMurat. \
Appare chiaro che le prime due sale, quella degli Alabardieri e quella delle Guardie del corpo, furono decorate unitariamente e nella stessa epoca e così rimasero nel tempo. \
L’assetto decorativo del salone di Alessandro, in realtà prima anticamera per trattenimento dei non titolati, utilizzata all’epoca di Murat come sala del trono, è più confuso: subì nel corso degli anni vari rimaneggiamenti che tuttavia non ne inficiano la magnificenza.
panorama_204EF473_2F52_0D24_419E_F8A7F6931205.subtitle = Su richiesta del re Carlo di Borbone, Luigi Vanvitelli progettò la Real Cappella Palatina su modello di quella di Versailles, che però riteneva “cattiva, sproporzionata in tutto”. Distanziandosi dal modello francese, collocò la Cappella all’interno del Palazzo Reale, con accesso diretto dal Vestibolo Superiore. I lavori furono proseguiti dal figlio Carlo, che si occupò delle decorazioni, e terminarono con l’inaugurazione della chiesa nel Natale del 1784, alla presenza del re Ferdinando IV. \
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La Cappella presenta una grande navata a pianta rettangolare, fiancheggiata da due file di colonne che si elevano su un alto basamento. Sull’altare campeggia l’Immacolata concezione di Giuseppe Bonito, unica tela sopravvissuta ai bombardamenti del 1943. I marmi policromi del pavimento, il soffitto rivestito d’oro e le fastose decorazioni disegnate da Vanvitelli sintetizzano la perfezione dello spirito classico con vivacità barocca.
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panorama_2074E18C_2F56_07FC_41C6_0A6FC9C9EDE4.label = Appartamento del 700: bagno della Regina
panorama_105AFE3E_37EC_EF7D_41C4_C6EEE90653A6.label = Appartamento del 700: le anticamere
panorama_2DB7B880_377C_5306_41AD_925EDE20232E.label = Appartamento dell'800 Sala del Trono
panorama_1467715F_3724_D53B_41C5_49A44441D8A3.label = Appartamento dell'800 Sala di Astrea
panorama_2CEB08E8_377C_5305_41C0_51E17FDA1F4B.label = Cannocchiale
panorama_204EF473_2F52_0D24_419E_F8A7F6931205.label = Cappella Palatina
panorama_2C2E26F3_377C_DF0A_41C5_F614B00AA16A.label = Esedra
panorama_3FAA21F6_2FDE_072C_41C0_5FE6AADFBA05.label = Lato Giardini
panorama_21B8B901_2F52_04E4_41AB_46F996CC3FC4.label = Salone di Alessandro
panorama_2F93C230_3764_7705_41C1_9EE5631087D1.label = Scalone d'onore
panorama_10B90678_373C_5F05_419A_38D7FAF21AFC.label = Teatro di Corte
panorama_1FD0CFAA_37EF_AD05_41AE_53549204696B.label = Vestibolo
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