#: locale=it ## Hotspot ### Tooltip HotspotPanoramaOverlayArea_16703380_9A93_D368_41B1_CDE4CF29372E.toolTip = Arte romana \ Statua di Satiro danzante HotspotMapOverlayArea_8E07DB72_9A90_B3A8_41C9_FAF76978FC17.toolTip = Cappella HotspotPanoramaOverlayArea_BF8D6682_9BB3_5568_41D2_DE9BAC64BB39.toolTip = Il David fu eseguito da Gian Lorenzo Bernini per Scipione Borghese tra il 1623 e il 1624, quando lo scultore era solo venticinquenne. \ È l’unico dei gruppi berniniani a figura singola e di soggetto biblico. \ La statua, infatti, rappresenta il giovane David che, con la sola fionda, uccide il gigante Golia. \ La rappresentazione dell’eroe non segue la maniera classica, ovvero prima o dopo la vicenda. \ Qui l’eroe è nel pieno dell’azione: il momento immortalato è quello in cui si manifestano la massima concentrazione e la tensione del movimento, \ facendo uscire la figura dal proprio centro fino allo stremo delle possibilità del marmo, mentre lo sguardo \ e le labbra esprimono l’enorme sforzo sostenuto e la profonda intensità del pensiero. \ Secondo le fonti nel viso del giovane si potrebbe celare un autoritratto di Bernini nella sua personale sfida con il blocco di marmo. \ Ai piedi dell’eroe giacciono la corazza e la lira con cui canterà la sua vittoria e sulla quale, significativamente, è rappresentata la testa d’aquila simbolo dei Borghese. HotspotPanoramaOverlayArea_B308AC6E_9AAF_55B8_41D1_9D4A8233CF07.toolTip = Inseriti nel pavimento nell’Ottocento, i cinque grandi pannelli (più due piccole sezioni), originariamente composti in un’unica fascia, provengono da una villa di età imperiale rinvenuta negli scavi del 1834, condotti nei possedimenti Borghese sulla via Casilina. \ I mosaici rappresentano scene di caccia e di lotta tra gladiatori con tale accuratezza da far ipotizzare, per la loro realizzazione, l’impiego di maestranze specializzate. \ L’incredibile varietà delle raffigurazioni lascia pensare che il proprietario della villa fosse un personaggio avvezzo o conoscitore dei Ludi Circenses, i giochi che si tenevano nei circhi o negli anfiteatri. \ I combattenti sono accompagnati dal nome proprio, spesso relativo alle armi utilizzate o al territorio di provenienza. \ In alcuni casi il nome è seguito dalla lettera greca “θ”, iniziale della parola “thanatos” – morte – a simboleggiare il decesso del gladiatore. HotspotPanoramaOverlayArea_BC7CC0EB_9A93_4EB8_41DB_2C0D43367620.toolTip = Inseriti nel pavimento nell’Ottocento, i cinque grandi pannelli (più due piccole sezioni), originariamente composti in un’unica fascia, provengono da una villa di età imperiale rinvenuta negli scavi del 1834, condotti nei possedimenti Borghese sulla via Casilina. \ I mosaici rappresentano scene di caccia e di lotta tra gladiatori con tale accuratezza da far ipotizzare, per la loro realizzazione, l’impiego di maestranze specializzate. \ L’incredibile varietà delle raffigurazioni lascia pensare che il proprietario della villa fosse un personaggio avvezzo o conoscitore dei Ludi Circenses, i giochi che si tenevano nei circhi o negli anfiteatri. \ I combattenti sono accompagnati dal nome proprio, spesso relativo alle armi utilizzate o al territorio di provenienza. \ In alcuni casi il nome è seguito dalla lettera greca “θ”, iniziale della parola “thanatos” – morte – a simboleggiare il decesso del gladiatore. HotspotPanoramaOverlayArea_B723CC79_9A93_F599_41DC_5781CA14BD84.toolTip = La volta è opera di di Mariano Rossi (1731-1807), eseguita tra il 1775 e il 1779,. \ Il soggetto celebra la civiltà romana e l’eroica virtù dell’onore. \ Al centro è raffigurato Romolo accolto nell’Olimpo da Giove per propiziare la vittoria di Furio Camillo contro Brenno re dei Galli. \ La scelta del tema è da collegarsi anche alla nascita del primogenito di Marcantonio IV, Camillo, avvenuta l’8 agosto del 1775, che poi sposerà Paolina, sorella di Napoleone. \ Intorno al motivo principale figurano Giustizia, Fedeltà, Onore che trionfano grazie all’azione del Tempo sui vizi (Calunnia, Inganno e Falsità), la Fama di Roma e le sue vittorie (a queste alludono gli episodi ai margini dei lati lunghi della volta). HotspotPanoramaOverlayArea_AFC82F4A_9A91_B3FB_41CB_C93A5AABCAEA.toolTip = La volta è opera di di Mariano Rossi (1731-1807), eseguita tra il 1775 e il 1779,. \ Il soggetto celebra la civiltà romana e l’eroica virtù dell’onore. \ Al centro è raffigurato Romolo accolto nell’Olimpo da Giove per propiziare la vittoria di Furio Camillo contro Brenno re dei Galli. \ La scelta del tema è da collegarsi anche alla nascita del primogenito di Marcantonio IV, Camillo, avvenuta l’8 agosto del 1775, che poi sposerà Paolina, sorella di Napoleone. \ Intorno al motivo principale figurano Giustizia, Fedeltà, Onore che trionfano grazie all’azione del Tempo sui vizi (Calunnia, Inganno e Falsità), la Fama di Roma e le sue vittorie (a queste alludono gli episodi ai margini dei lati lunghi della volta). HotspotMapOverlayArea_8FBC5023_9AB1_CDA8_41D5_4017F87C02C8.toolTip = Loggia di Lanfranco HotspotPanoramaOverlayArea_FA4F83B7_9AFF_F2A8_41C2_66DBD8934DAA.toolTip = Paolina Borghese Bonaparte come Venere vincitrice \ Antonio Canova \ (Possagno 1757 - Venezia 1822) \ \ Ritratta da Antonio Canova come Venere vincitrice del giudizio di Paride, Paolina Borghese Bonaparte (1780-1825) è raffigurata a seno scoperto, distesa su due cuscini e un morbido materasso, con la mano destra al capo e la sinistra che tiene il pomo che secondo la mitologia greca, Paride assegnò a lei come segno del suo primato nella bellezza, conteso con Giunone e Minerva. \ La scultura, eseguita a Roma tra il 1804 e il 1808, destò un certo scalpore fra i contemporanei: in essa grazia antica e artificio compositivo si accordano con la resa naturalistica, quasi pittorica, dei morbidi incarnati e dei veli leggeri che coprono i fianchi di Paolina, dando vita ad un insieme estremamente seducente. \ \ Il triclinio, noto come “agrippina”, è decorato da un drappeggio con frange, borchie, girali e figure antropomorfe sui lati e sulla spalliera e nasconde un meccanismo che permette alla scultura di girare e mostrarsi a 360°. HotspotPanoramaOverlayArea_B337EB47_9AB1_D3E8_41D9_C803F44B5E0A.toolTip = Restauro di Pietro Bernini di opera romana del II secolo d. C \ Il gruppo scultoreo, incastonato sulla parete di fondo e parte integrante del progetto iconografico di celebrazione della Roma antica, rappresenta Marco Curzio che si getta nella voragine. \ Secondo la leggenda, il giovane si lanciò nel baratro apertosi sotto il foro, destinato ad inghiottire la città se la popolazione non vi avesse gettato ciò che aveva di più caro. \ Marco Curzio, reputando il coraggio la cosa più preziosa per l’uomo, si immolò cavalcando dritto nell’abisso. \ Così facendo salvò Roma e il suo popolo. \ L’opera è composta da una parte antica, il cavallo, e una parte moderna, il cavaliere, scolpito appositamente da Pietro Bernini nel 1617 per volere di Scipione Borghese. \ La scelta di integrare opere antiche con pezzi moderni era una pratica diffusa che coinvolgeva spesso artisti di grande calibro, come i Bernini, per ridare un presunto decoro ad opere altrimenti incomplete. \ La scultura si trovava sulla facciata esterna verso la Porta Pinciana fino al 1776, anno in cui fu spostata nell’attuale collocazione. HotspotPanoramaOverlayArea_BCC5CC1E_9A90_B598_41B6_FDD4030FB5B0.toolTip = Restauro di Pietro Bernini di opera romana del II secolo d. C \ Il gruppo scultoreo, incastonato sulla parete di fondo e parte integrante del progetto iconografico di celebrazione della Roma antica, rappresenta Marco Curzio che si getta nella voragine. \ Secondo la leggenda, il giovane si lanciò nel baratro apertosi sotto il foro, destinato ad inghiottire la città se la popolazione non vi avesse gettato ciò che aveva di più caro. \ Marco Curzio, reputando il coraggio la cosa più preziosa per l’uomo, si immolò cavalcando dritto nell’abisso. \ Così facendo salvò Roma e il suo popolo. \ L’opera è composta da una parte antica, il cavallo, e una parte moderna, il cavaliere, scolpito appositamente da Pietro Bernini nel 1617 per volere di Scipione Borghese. \ La scelta di integrare opere antiche con pezzi moderni era una pratica diffusa che coinvolgeva spesso artisti di grande calibro, come i Bernini, per ridare un presunto decoro ad opere altrimenti incomplete. \ La scultura si trovava sulla facciata esterna verso la Porta Pinciana fino al 1776, anno in cui fu spostata nell’attuale collocazione. HotspotMapOverlayArea_8C9EA6E3_9A91_72A8_41C8_699F36300489.toolTip = Sala Egizia HotspotMapOverlayArea_8F7B0FD8_9A90_D298_41D1_F1E623FC9748.toolTip = Sala I della Paolina HotspotMapOverlayArea_8EA759E6_9AF1_7EAB_41D9_75F26CE709B6.toolTip = Sala Idel Sole HotspotMapOverlayArea_8F57C805_9AB1_7D68_41C6_FB44124AAAC6.toolTip = Sala del Conte di Angers HotspotMapOverlayArea_8F1C3BF1_9A91_F2A8_41D0_272F4D932287.toolTip = Sala del Gladiatore HotspotMapOverlayArea_8F50A30C_9A90_D378_41E2_0D3437DA7B61.toolTip = Sala del Sileno HotspotMapOverlayArea_8F72CE28_9AB1_B5B8_41E0_7D6FAFEC78D7.toolTip = Sala dell'Aurora HotspotMapOverlayArea_8FAA288B_9A91_5D78_41B6_CAE493CC5D41.toolTip = Sala dell'Ermafrodito HotspotMapOverlayArea_8CD8A463_9AB1_55A8_41C1_04DAE02A5E58.toolTip = Sala della Fama HotspotMapOverlayArea_8F13101B_9AB0_CD98_41E0_90DB1259125A.toolTip = Sala della Flora HotspotMapOverlayArea_8F39AA4C_9AB0_FDF8_41D1_C0D4BF715BED.toolTip = Sala della pittura Ferrarese HotspotMapOverlayArea_8CED4C14_9AB0_B568_41B1_C52929D2AA2E.toolTip = Sala delle Baccanti HotspotMapOverlayArea_8FB16DEE_9A90_D6B8_41C7_9685F95E7A10.toolTip = Sala di Apollo e Dafne HotspotMapOverlayArea_8CE2ED52_9A90_D7E8_41D6_1861FE32B513.toolTip = Sala di Didone HotspotMapOverlayArea_8FB1F41F_9AB3_7598_41E1_7BCFBE6EC9A1.toolTip = Sala di Elena e Paride HotspotMapOverlayArea_8F972DD4_9AB7_76E8_41DD_493AEAE3F6A9.toolTip = Sala di Ercole HotspotMapOverlayArea_8F2F7C54_9AB1_55E8_41DA_C15EB1012C71.toolTip = Sala di Giove e Antiope HotspotMapOverlayArea_8A5B1024_9AB1_4DA8_418C_E632702AB752.toolTip = la villa ## Media ### Floorplan ### Image imlevel_8CEB469B_A986_60BD_41B5_7DA964DA07FA.url = media/map_8B660298_9AB3_D29F_41CC_8BBDD053F32D_it_0.webp imlevel_8CEBA69B_A986_60BC_41E4_D428EF9A8B24.url = media/map_8B660298_9AB3_D29F_41CC_8BBDD053F32D_it_1.webp imlevel_8CEBB69C_A986_60BB_41BD_EC19B2450842.url = media/map_8B660298_9AB3_D29F_41CC_8BBDD053F32D_it_2.webp ### Subtitle panorama_96EE2CB7_9A90_B6A8_41DE_99FF9E5AB1AD.subtitle = Al 1775-1778 risale la decorazione dell’ultima stanza del pianterreno, detta “del Sileno” per il gruppo antico di Sileno e Bacco, oggi al Louvre. \ Dopo la vendita dell’opera, per mantenere il tema bacchico della sala, fu posizionato al centro il Satiro danzante, scultura antica con un restauro integrativo di Berthel Thorvaldsen, che inserì le braccia con i crotali. \ Tommaso Conca dipinse molte parti della volta Il sacrificio a Sileno nel riquadro centrale, due dei monocromi ai lati (i restanti sono di Agostino Penna) e i fauni e putti sul cornicione, che si sporgono illusoriamente verso di noi. \ La sala oggi ospita sei dei dodici quadri di Caravaggio che, secondo le fonti, possedeva il cardinal Borghese. \ Accanto alle opere del Merisi sono esposte tele che permettono di contestualizzare l’ambiente romano in cui si muoveva l’artista: da Giovanni Baglione, pittore e biografo di artisti, al Cavalier d’Arpino, presso cui Caravaggio lavorò appena giunto a Roma. panorama_96EAF12D_9A93_4FB8_41DF_35A3A67D39E1.subtitle = Al 1775-1778 risale la decorazione dell’ultima stanza del pianterreno, detta “del Sileno” per il gruppo antico di Sileno e Bacco, oggi al Louvre. \ Dopo la vendita dell’opera, per mantenere il tema bacchico della sala, fu posizionato al centro il Satiro danzante, scultura antica con un restauro integrativo di Berthel Thorvaldsen, che inserì le braccia con i crotali. \ Tommaso Conca dipinse molte parti della volta Il sacrificio a Sileno nel riquadro centrale, due dei monocromi ai lati (i restanti sono di Agostino Penna) e i fauni e putti sul cornicione, che si sporgono illusoriamente verso di noi. \ La sala oggi ospita sei dei dodici quadri di Caravaggio che, secondo le fonti, possedeva il cardinal Borghese. \ Accanto alle opere del Merisi sono esposte tele che permettono di contestualizzare l’ambiente romano in cui si muoveva l’artista: da Giovanni Baglione, pittore e biografo di artisti, al Cavalier d’Arpino, presso cui Caravaggio lavorò appena giunto a Roma. panorama_96EF03E1_9A97_B2A8_41E1_FC65B0F276CB.subtitle = Dell’allestimento settecentesco di Asprucci dedicato alla figura del dio Sole è rimasta solo la volta, che rappresenta "La caduta di Fetonte" e gli avvenimenti che seguirono, dipinta negli anni 1775-1779. \ La tela centrale è di Francesco Caccianiga, mentre i quattro medaglioni ai lati sono di Gioacchino Agricola. \ L’apparato decorativo moderno si incentra, invece, sul tema dell’eroe, biblico e mitologico. \ In sala sono presenti molte raffigurazioni di Eracle, tra cui i due lati di sarcofago con le dodici fatiche. \ Sempre di soggetto mitologico è il dipinto con "Perseo libera Andromeda" di Rutilio Manetti, posto sul lato confinante con la sala III. \ La tela della parete opposta è invece il "Sansone in catene" di Annibale Carracci. \ Ma l’eroe centrale dell’ambiente è sicuramente David, rappresentato in pittura da Battistello Caracciolo e in scultura da Bernini. \ In sala sono presenti anche due "Nature morte" del Maestro di Hartford, provenienti dal sequestro, voluto da papa Paolo V Borghese, dei beni che nel 1607 si trovavano nello studio del Cavalier d’Arpino. panorama_160278E0_9A93_5EA8_41D0_80566659086B.subtitle = Dell’allestimento settecentesco di Asprucci dedicato alla figura del dio Sole è rimasta solo la volta, che rappresenta "La caduta di Fetonte" e gli avvenimenti che seguirono, dipinta negli anni 1775-1779. \ La tela centrale è di Francesco Caccianiga, mentre i quattro medaglioni ai lati sono di Gioacchino Agricola. \ L’apparato decorativo moderno si incentra, invece, sul tema dell’eroe, biblico e mitologico. \ In sala sono presenti molte raffigurazioni di Eracle, tra cui i due lati di sarcofago con le dodici fatiche. \ Sempre di soggetto mitologico è il dipinto con "Perseo libera Andromeda" di Rutilio Manetti, posto sul lato confinante con la sala III. \ La tela della parete opposta è invece il "Sansone in catene" di Annibale Carracci. \ Ma l’eroe centrale dell’ambiente è sicuramente David, rappresentato in pittura da Battistello Caracciolo e in scultura da Bernini. \ In sala sono presenti anche due "Nature morte" del Maestro di Hartford, provenienti dal sequestro, voluto da papa Paolo V Borghese, dei beni che nel 1607 si trovavano nello studio del Cavalier d’Arpino. panorama_96EF0B4C_9A97_B3FF_41D5_DEB278036AB0.subtitle = I temi fondanti della sala sono il Sole, con il passare delle stagioni, e la metamorfosi. \ Questo nesso si evidenzia in ogni elemento dell’ambiente: dai capitelli con rimandi al sole, alla volta, dove è raccontato il mito di Apollo e Dafne (riquadro centrale) con la personificazione delle stagioni (ai quattro lati). \ Tutte le figure sono dipinte da Pietro Angeletti, mentre le quadrature prospettiche sono di Giovanni Battista Marchetti, dipinte negli anni ’80 del Settecento. \ La scelta del mito è ovviamente legata alla presenza del gruppo berniniano, qui già dai tempi di Scipione Borghese, ma in principio collocato contro la parete. \ Il gioco di rimandi tra decorazione e oggetti in sala coinvolge anche le due grandi tele di Dosso Dossi, in cui sono raffigurati, ancora una volta, Apollo e Dafne e la maga Melissa dell’Orlando Furioso. \ Di particolare pregio tra le sculture della sala è il Gruppo di Fontana con pescatori e pastori, del I secolo d. C., con la personificazione del mare tra le onde. panorama_96EFDBDB_9A97_7298_41D7_EEC2486876F1.subtitle = I temi fondanti della sala sono il Sole, con il passare delle stagioni, e la metamorfosi. \ Questo nesso si evidenzia in ogni elemento dell’ambiente: dai capitelli con rimandi al sole, alla volta, dove è raccontato il mito di Apollo e Dafne (riquadro centrale) con la personificazione delle stagioni (ai quattro lati). \ Tutte le figure sono dipinte da Pietro Angeletti, mentre le quadrature prospettiche sono di Giovanni Battista Marchetti, dipinte negli anni ’80 del Settecento. \ La scelta del mito è ovviamente legata alla presenza del gruppo berniniano, qui già dai tempi di Scipione Borghese, ma in principio collocato contro la parete. \ Il gioco di rimandi tra decorazione e oggetti in sala coinvolge anche le due grandi tele di Dosso Dossi, in cui sono raffigurati, ancora una volta, Apollo e Dafne e la maga Melissa dell’Orlando Furioso. \ Di particolare pregio tra le sculture della sala è il Gruppo di Fontana con pescatori e pastori, del I secolo d. C., con la personificazione del mare tra le onde. panorama_96EA6F2E_9A90_B3B8_4198_003F65A22AC9.subtitle = Il camerino prende il nome di “Sala delle Baccanti” dall’affresco di Felice Giani al centro della volta, che raffigura, appunto, tre baccanti che danzano. \ Le figure sono ispirate ad un pezzo archeologico della collezione, il Sarcofago delle danzatrici, che si trovava nel Salone d’ingresso ed è oggi al Louvre. \ Questo piccolo ambiente, come le due stanze attigue, è decorato riprendendo il gusto delle antiche ville romane. \ In sala sono esposte principalmente opere lombardo-venete di Quattro-Cinquecento. \ Di particolare interesse tra i dipinti è la Leda e il cigno, copia di un originale perduto di Leonardo. \ L’opera fu a lungo ritenuta autografa per l’eccellente fattura e per l’attenzione al dato naturalistico, tipica dell’opera leonardesca. \ Al medesimo ambiente si collegano la Flora attribuita a Francesco Melzi o alla bottega di Bernardino Luini, le copie di Luini e i bei ritratti di Bernardino Licinio e Giovanni Antonio Boltraffio. \ Sono presenti anche opere di ambito toscano, tra cui la Madonna che allatta il bambino di Giovanni Pietro Rizzoli detto Giampietrino. panorama_96796237_9A90_CDA8_41CE_109B620CEABB.subtitle = Il piccolo ambiente di passaggio, un tempo destinato alla funzione di cappella, è uno dei pochi interni dove possiamo ancora apprezzare la decorazione seicentesca. \ Alle spalle del San Giovanni Battista di Jean-Antoine Houdon è visibile l’affresco di Claude Deruet con l’Assunta, Dio Padre e ai lati San Carlo Borromeo e Santa Francesca Romana, scelta non casuale poiché entrambi canonizzati da Paolo V Borghese. \ La stanza ospita, oltre alla statua in gesso del Battista, una Crocifissione in bassorilievo di Guglielmo della Porta e un altarolo in argento di Matthias Wallbaum. \ Domina la parete opposta il grande Cristo morto tra angeli di Federico Zuccari, un dipinto di esemplare arte controriformistica, in cui la rappresentazione è finalizzata all’intento devozionale. \ L’opera doveva essere in collezione già al tempo di Scipione Borghese come testimoniano i documenti dell’epoca. \ Intorno, i quattro piccoli dipinti di Ventura Salimbeni e del Cavalier D’Arpino erano dedicati alla devozione privata. panorama_96E5FF65_9A9F_F3A8_41AD_4A8F8F21C50D.subtitle = Il soffitto dell’ultima delle tre salette, che nel Seicento componevano un ambiente unico dedicato alla statua di Ermafrodito, fu decorato con un dipinto che riscosse un grande successo quando fu esposto prima di collocarlo in sala. \ Si tratta di Giove e Antiope di Benigne Gagneraux, eseguito nel 1787. \ La figura distesa mostra evidenti richiami all’Arianna romana dei Musei Vaticani e alle Veneri di Tiziano e Giorgione. \ Intorno, la decorazione a cornici e ovali monocromi è di Vincenzo Berrettini. \ La piccola stanza ospita quadri della prima metà del Seicento. Capolavoro della ritrattistica barocca è il Ritratto di Monsignor Merlini di Andrea Sacchi, da cui traspare la dimensione meditativa del personaggio, che sembra aver interrotto la lettura per un ipotetico osservatore. \ In sala sono presenti due dipinti di Rubens, riconducibili ai suoi due periodi romani, e la Deposizione di Domenico Passignano, in cui si notano le diverse influenze rispetto al medesimo soggetto del fiammingo. panorama_96E713FE_9A91_7298_41DA_F7A369660F2E.subtitle = La Villa Borghese "fuori Porta Pinciana", all'interno della quale è situata la Galleria, sorse all'inizio del sec. XVII intorno a un iniziale possedimento della famiglia, a cui furono progressivamente annessi altri terreni fino alla costituzione di un immenso parco. \ La costruzione della Villa Borghese fu avviata a partire dal 1607 secondo l'impianto architettonico delle tradizionali ville suburbane. panorama_A7A1F9C0_A903_43AD_41D2_834B1873F8B9.subtitle = La decorazione del grande salone d’ingresso è frutto della ristrutturazione della villa, che rivoluzionerà profondamente l’aspetto delle sale, voluta da Marcantonio IV Borghese e attuata dall’architetto Antonio Asprucci. L’ambiente prende il nome da Mariano Rossi, l’autore della volta dipinta tra il 1775 e il 1779 per la nascita di Camillo, primogenito di Marcantonio.. panorama_96EA40B7_9A90_CEA8_41CE_9EBDFA074953.subtitle = La decorazione della piccola sala risale al 1790 e racconta la favola mitologica di Ganimede in tre scene. \ Dipinte da Vincenzo Berrettini, rispettano fedelmente i dettami neoclassici entro decorazioni anticheggianti di Giovanni Battista Marchetti. \ La scuola ferrarese del Cinquecento, cui è interamente dedicata questa sala, è rappresentata in collezione da un considerevole numero di opere, che testimoniano la predilezione di Scipione Borghese per questo genere di pittura. \ Molte delle opere arrivarono ai Borghese nel 1609, grazie ai favori del cardinale Enzo Bentivoglio. \ In sala troviamo opere di Ippolito Scarsella detto lo Scarsellino, caratterizzate da un cromatismo veronesiano, e i piccoli capolavori di Ludovico Mazzolino, con il loro tono favolistico e i paesaggi finissimi. \ Le due grandi pale appartengono al Garofalo, favorito di casa d’Este, e all’Ortolano, al secolo Giovanni Battista Benvenuti, nella cui opera spiccano evidenti i richiami a Raffaello e a Giorgione. panorama_96EAA1DA_9A90_CE98_41DE_28FFC1AE34CF.subtitle = La decorazione della piccola sala risale al 1790 e racconta la favola mitologica di Ganimede in tre scene. \ Dipinte da Vincenzo Berrettini, rispettano fedelmente i dettami neoclassici entro decorazioni anticheggianti di Giovanni Battista Marchetti. \ La scuola ferrarese del Cinquecento, cui è interamente dedicata questa sala, è rappresentata in collezione da un considerevole numero di opere, che testimoniano la predilezione di Scipione Borghese per questo genere di pittura. \ Molte delle opere arrivarono ai Borghese nel 1609, grazie ai favori del cardinale Enzo Bentivoglio. \ In sala troviamo opere di Ippolito Scarsella detto lo Scarsellino, caratterizzate da un cromatismo veronesiano, e i piccoli capolavori di Ludovico Mazzolino, con il loro tono favolistico e i paesaggi finissimi. \ Le due grandi pale appartengono al Garofalo, favorito di casa d’Este, e all’Ortolano, al secolo Giovanni Battista Benvenuti, nella cui opera spiccano evidenti i richiami a Raffaello e a Giorgione. panorama_96EBDEA9_9A91_B2B8_41BC_041813F500D4.subtitle = La grande sala nasce originariamente come una loggia aperta nella cui volta Giovanni Lanfranco dipinse il Concilio degli Dei nel 1624-1625, ispirato ai modelli di Correggio e dei Carracci. \ Questo brano di pittura, assieme alla cappella a piano terra, è l’unico residuo della decorazione seicentesca della palazzina. \ Nella seconda metà del Settecento, per prevenire ulteriori danni causati dalle intemperie, la loggia fu chiusa; Domenico Corvi si occupò di aggiungere altri elementi al partito decorativo e restaurò quanto si era deteriorato dell’affresco. \ Nella sala sono esposte opere del secolo XVII ispirate alle diverse correnti artistiche dell’epoca: da un lato il classicismo carraccesco dei quattro tondi di Francesco Albani e del Mosè che infrange le tavole della Legge di Guido Reni, dall’altro il naturalismo caravaggesco segnato dal forte chiaroscuro di Guercino e Giovan Francesco Guerrieri. \ In sala si trovano anche alcuni dipinti di Bernini, e sulle pareti brevi sono esposti i ritratti dei fratelli Sacchetti, Marcello e il cardinale Giulio, di Pietro da Cortona. panorama_96EBAE09_9A91_F578_41B9_7901B44BE7DE.subtitle = La grande sala nasce originariamente come una loggia aperta nella cui volta Giovanni Lanfranco dipinse il Concilio degli Dei nel 1624-1625, ispirato ai modelli di Correggio e dei Carracci. \ Questo brano di pittura, assieme alla cappella a piano terra, è l’unico residuo della decorazione seicentesca della palazzina. \ Nella seconda metà del Settecento, per prevenire ulteriori danni causati dalle intemperie, la loggia fu chiusa; Domenico Corvi si occupò di aggiungere altri elementi al partito decorativo e restaurò quanto si era deteriorato dell’affresco. \ Nella sala sono esposte opere del secolo XVII ispirate alle diverse correnti artistiche dell’epoca: da un lato il classicismo carraccesco dei quattro tondi di Francesco Albani e del Mosè che infrange le tavole della Legge di Guido Reni, dall’altro il naturalismo caravaggesco segnato dal forte chiaroscuro di Guercino e Giovan Francesco Guerrieri. \ In sala si trovano anche alcuni dipinti di Bernini, e sulle pareti brevi sono esposti i ritratti dei fratelli Sacchetti, Marcello e il cardinale Giulio, di Pietro da Cortona. panorama_96EAEE5D_9A90_F598_41E1_57F6FC5023E2.subtitle = La piccola sala è nota con due nomi diversi: il primo è Sala dell’Aurora, prendendo, come spesso accade, il nome dal soggetto della volta, in cui è presente l’Allegoria dell’Aurora e le personificazioni di Alba e Tramonto. \ L’altra denominazione è Camera dei Ritratti, per via dei medaglioni monocromi di uomini illustri greci inseriti in una decorazione parietale a grottesche. \ Tutto l’apparato fu curato da Domenico Corvi sul finire del Settecento. I dipinti collocati in sala appartengono alle scuole pittoriche ferrarese, lombarda e veneta. \ Sono qui esposte alcune delle opere di Dosso Dossi in collezione: i Santi Cosma e Damiano, dipinto in cui spicca la solida plasticità dei personaggi, e Venere scopre la bellezza di Psiche, in cui è evidente la lezione di Giulio Romano nel modellato del nudo. \ Al centro si trova la statua di Alessandro Algardi raffigurante l’Allegoria del Sonno, rappresentato come un genietto con ali di farfalla e gli attributi del papavero e del ghiro. panorama_96EABBA8_9A90_B2B8_41C9_FCDC0A6B65C0.subtitle = La piccola sala è nota con due nomi diversi: il primo è Sala dell’Aurora, prendendo, come spesso accade, il nome dal soggetto della volta, in cui è presente l’Allegoria dell’Aurora e le personificazioni di Alba e Tramonto. \ L’altra denominazione è Camera dei Ritratti, per via dei medaglioni monocromi di uomini illustri greci inseriti in una decorazione parietale a grottesche. \ Tutto l’apparato fu curato da Domenico Corvi sul finire del Settecento. I dipinti collocati in sala appartengono alle scuole pittoriche ferrarese, lombarda e veneta. \ Sono qui esposte alcune delle opere di Dosso Dossi in collezione: i Santi Cosma e Damiano, dipinto in cui spicca la solida plasticità dei personaggi, e Venere scopre la bellezza di Psiche, in cui è evidente la lezione di Giulio Romano nel modellato del nudo. \ Al centro si trova la statua di Alessandro Algardi raffigurante l’Allegoria del Sonno, rappresentato come un genietto con ali di farfalla e gli attributi del papavero e del ghiro. panorama_96E9E91B_9A90_FF98_41B1_0A13A99EE4B7.subtitle = La presenza di una sala dedicata all’Egitto non è affatto inconsueta nelle dimore romane, come dimostra anche la Sala dei Papiri in Vaticano. \ Ed è proprio a questa che si ispira, in parte, la decorazione della presente sala: l’apparato ideato dall’architetto Asprucci è di matrice classica, ma con l’aggiunta di elementi esotici e di rimandi alla Terra del Nilo, come, ad esempio, la scelta del granito per le colonne, considerato la pietra egizia per eccellenza. \ La volta fu dipinta a tempera da Tommaso Conca nel 1779-1780 e raffigura, al centro, l’Allegoria dell’Egitto. \ Intorno, nei nove riquadri sono rappresentate alcune divinità a personificazione dei pianeti. \ Conca è anche l’autore dei dipinti che formano il fregio in alto sulle pareti, dove compaiono personaggi e storie relative all’antico Egitto. \ Le statue visibili oggi sono il risultato del riallestimento dopo il 1807, quando gran parte della collezione archeologica fu venduta a Napoleone. \ Il pavimento, originale, ospita alcuni lacerti di mosaico romano. panorama_96EE64E8_9A90_B6B8_41B6_A987A359EA2D.subtitle = La presenza di una sala dedicata all’Egitto non è affatto inconsueta nelle dimore romane, come dimostra anche la Sala dei Papiri in Vaticano. \ Ed è proprio a questa che si ispira, in parte, la decorazione della presente sala: l’apparato ideato dall’architetto Asprucci è di matrice classica, ma con l’aggiunta di elementi esotici e di rimandi alla Terra del Nilo, come, ad esempio, la scelta del granito per le colonne, considerato la pietra egizia per eccellenza. \ La volta fu dipinta a tempera da Tommaso Conca nel 1779-1780 e raffigura, al centro, l’Allegoria dell’Egitto. \ Intorno, nei nove riquadri sono rappresentate alcune divinità a personificazione dei pianeti. \ Conca è anche l’autore dei dipinti che formano il fregio in alto sulle pareti, dove compaiono personaggi e storie relative all’antico Egitto. \ Le statue visibili oggi sono il risultato del riallestimento dopo il 1807, quando gran parte della collezione archeologica fu venduta a Napoleone. \ Il pavimento, originale, ospita alcuni lacerti di mosaico romano. panorama_96E92E4D_9A91_55F8_41D0_18D5880537BD.subtitle = La sala che oggi ospita due opere di Bernini un tempo era nota come la “stanza del Gladiatore” dalla celeberrima statua del Gladiatore Borghese, oggi esposta al Louvre. \ Anche in questo caso la scultura ispirò l’apparato decorativo dell’intera stanza incentrato sul tema della lotta vittoriosa e sull’atletica. \ Dell’allestimento settecentesco è rimasta la volta, con Il concilio degli Dei di Laurent Pecheux, gli stucchi con le Danze di coribanti di Vincenzo Pacetti e gli ornati con armi e trofei di Giovanni Battista Marchetti. \ Il tema degli atleti viene ripreso nelle due grandi tele di Jean-Baptist Tierce realizzate tra il 1782-1783, che narrano episodi degli eroi Polidamante e Milone da Crotone. \ Sui tavoli sono esposte due statuette di Cacciatori neri e un Baccanale di putti di Giovanni da Campi tratti da modelli di François Duquesnoy. \ Sul tavolo opposto, invece, sono collocate due statuette di Eros (II secolo d. C.), uno incatenato e uno intento a giocare con un uccellino, che fiancheggiano i Tre putti dormienti di età moderna (XVI-XVII secolo). panorama_96E955CF_9A91_D6F9_41D7_6C74336AA5C9.subtitle = La sala che oggi ospita due opere di Bernini un tempo era nota come la “stanza del Gladiatore” dalla celeberrima statua del Gladiatore Borghese, oggi esposta al Louvre. \ Anche in questo caso la scultura ispirò l’apparato decorativo dell’intera stanza incentrato sul tema della lotta vittoriosa e sull’atletica. \ Dell’allestimento settecentesco è rimasta la volta, con Il concilio degli Dei di Laurent Pecheux, gli stucchi con le Danze di coribanti di Vincenzo Pacetti e gli ornati con armi e trofei di Giovanni Battista Marchetti. \ Il tema degli atleti viene ripreso nelle due grandi tele di Jean-Baptist Tierce realizzate tra il 1782-1783, che narrano episodi degli eroi Polidamante e Milone da Crotone. \ Sui tavoli sono esposte due statuette di Cacciatori neri e un Baccanale di putti di Giovanni da Campi tratti da modelli di François Duquesnoy. \ Sul tavolo opposto, invece, sono collocate due statuette di Eros (II secolo d. C.), uno incatenato e uno intento a giocare con un uccellino, che fiancheggiano i Tre putti dormienti di età moderna (XVI-XVII secolo). panorama_0A6B8AAB_9A93_52B8_41DA_2ACB2929A43E.subtitle = La sala che un tempo era chiamata “del vaso”, dal cratere attico che ospitava e che attualmente si trova al Museo del Louvre, oggi prende il suo nome dalla statua di Antonio Canova Paolina Borghese Bonaparte come Venere Vincitrice \ posta al centro. \ L’opera fu collocata qui nel 1889 poiché si inseriva perfettamente nell’apparato decorativo che narra gli avvenimenti della guerra di Troia. \ La volta ne racconta cinque momenti attraverso i quadri di Domenico De Angelis (1779), inquadrati dalle finte prospettive di Giovanni Battista Marchetti. La tela centrale raffigura "Il giudizio di Paride" e la conseguente vittoria di Venere, ovvero il momento scatenante della guerra. \ Lo stesso tema viene ripreso nelle sovrapporte a rilievo di Vincenzo Pacetti e nei bassorilievi di Agostino Penna che fiancheggiano due frammenti di sarcofago romano del III secolo d. C. con Apollo e le Muse. \ Dei quattro rilievi murati nel registro in basso, tre sono antichi mentre l’ultimo è attribuito a Pietro Bernini e vede Amore cavalcare un’aquila simbolo (insieme al drago) della famiglia Borghese. panorama_96E83789_9A90_B379_41E2_67A02D8A3EDB.subtitle = La sala che un tempo era chiamata “del vaso”, dal cratere attico che ospitava e che attualmente si trova al Museo del Louvre, oggi prende il suo nome dalla statua di Antonio Canova Paolina Borghese Bonaparte come Venere Vincitrice \ posta al centro. \ L’opera fu collocata qui nel 1889 poiché si inseriva perfettamente nell’apparato decorativo che narra gli avvenimenti della guerra di Troia. \ La volta ne racconta cinque momenti attraverso i quadri di Domenico De Angelis (1779), inquadrati dalle finte prospettive di Giovanni Battista Marchetti. La tela centrale raffigura "Il giudizio di Paride" e la conseguente vittoria di Venere, ovvero il momento scatenante della guerra. \ Lo stesso tema viene ripreso nelle sovrapporte a rilievo di Vincenzo Pacetti e nei bassorilievi di Agostino Penna che fiancheggiano due frammenti di sarcofago romano del III secolo d. C. con Apollo e le Muse. \ Dei quattro rilievi murati nel registro in basso, tre sono antichi mentre l’ultimo è attribuito a Pietro Bernini e vede Amore cavalcare un’aquila simbolo (insieme al drago) della famiglia Borghese. panorama_96EAD1A9_9A93_4EB8_41E0_9ED8D03B7559.subtitle = La sala inizialmente prese nome “del Sonno” poiché ospitava l’Allegoria del Sonno di Algardi e un baldacchino. \ Attualmente è nota come Sala di Ercole, dalle tele della volta dipinte dal tirolese Christoph Unterberger nel 1784 e incentrate sulla figura di Ercole, emblema vittorioso di Marcantonio IV Borghese. \ Nella sala sono esposti i dipinti del Cinquecento centro-settentrionale. \ La figura della donna, in particolar modo di Venere, è qui declinata in diversi modi: quella nordica di Lucas Cranach, dal corpo flessuoso e di intento moraleggiante, e quella di Andrea del Brescianino, modellata su riferimenti antichi, ma anche la Venere dormiente di Girolamo da Treviso, che riprende un modello giorgionesco, e Venere e Amore sul mare di Cambiaso, che invece recupera modelli veronesiani. \ In sala sono presenti la celebre Danae del Correggio e i paesaggi fantastici di Girolamo da Carpi e Niccolò dell’Abate. \ Al centro è esposta la Zingarella di Nicolas Cordier, scolpita a partire da un pezzo antico (il manto grigio). panorama_8B673843_9AB0_BDE8_41C1_7A7AA0B81112.subtitle = La sala inizialmente prese nome “del Sonno” poiché ospitava l’Allegoria del Sonno di Algardi e un baldacchino. \ Attualmente è nota come Sala di Ercole, dalle tele della volta dipinte dal tirolese Christoph Unterberger nel 1784 e incentrate sulla figura di Ercole, emblema vittorioso di Marcantonio IV Borghese. \ Nella sala sono esposti i dipinti del Cinquecento centro-settentrionale. \ La figura della donna, in particolar modo di Venere, è qui declinata in diversi modi: quella nordica di Lucas Cranach, dal corpo flessuoso e di intento moraleggiante, e quella di Andrea del Brescianino, modellata su riferimenti antichi, ma anche la Venere dormiente di Girolamo da Treviso, che riprende un modello giorgionesco, e Venere e Amore sul mare di Cambiaso, che invece recupera modelli veronesiani. \ In sala sono presenti la celebre Danae del Correggio e i paesaggi fantastici di Girolamo da Carpi e Niccolò dell’Abate. \ Al centro è esposta la Zingarella di Nicolas Cordier, scolpita a partire da un pezzo antico (il manto grigio). panorama_96EE41FA_9A91_4E9B_41C1_86F93EEF9AC8.subtitle = La sala prende il nome da Didone per via del riquadro centrale della volta, che rappresenta la morte della regina di Cartagine ed è inserito nel ciclo delle storie di Enea. \ Le cinque tele sono di Anton Von Maron (1783-85), allievo di Mengs e pittore neoclassico. \ La sala ospita le opere del Rinascimento umbro-toscano, da Botticelli a Perugino, da Raffaello a Bronzino. \ Le tavole evidenziano la preferenza della pittura toscana per il formato tondo, di cui è esempio la Madonna con Bambino, san Giovannino e angeli di Sandro Botticelli, che riflette tutta la grazia e delicatezza tipiche del pittore fiorentino. \ Sulla stessa parete è esposto anche il quadro più antico della collezione: la Crocifissione tra i santi Cristoforo e Girolamo di Pinturicchio datato 1473. \ L’esponente maggiore è, certamente, Raffaello, di cui sono presenti tre opere del periodo giovanile (la Deposizione, la Dama col liocorno e il Ritratto di uomo) che documentano l’evoluzione del suo stile dalla bottega di Perugino all’ambiente fiorentino. panorama_96EE90C4_9A91_4EEF_4168_15690121970D.subtitle = La sala prende il nome da Didone per via del riquadro centrale della volta, che rappresenta la morte della regina di Cartagine ed è inserito nel ciclo delle storie di Enea. \ Le cinque tele sono di Anton Von Maron (1783-85), allievo di Mengs e pittore neoclassico. \ La sala ospita le opere del Rinascimento umbro-toscano, da Botticelli a Perugino, da Raffaello a Bronzino. \ Le tavole evidenziano la preferenza della pittura toscana per il formato tondo, di cui è esempio la Madonna con Bambino, san Giovannino e angeli di Sandro Botticelli, che riflette tutta la grazia e delicatezza tipiche del pittore fiorentino. \ Sulla stessa parete è esposto anche il quadro più antico della collezione: la Crocifissione tra i santi Cristoforo e Girolamo di Pinturicchio datato 1473. \ L’esponente maggiore è, certamente, Raffaello, di cui sono presenti tre opere del periodo giovanile (la Deposizione, la Dama col liocorno e il Ritratto di uomo) che documentano l’evoluzione del suo stile dalla bottega di Perugino all’ambiente fiorentino. panorama_96EAACEE_9A91_76B8_41E1_DCD75ABF81D5.subtitle = La sala, che durante la metà dell’Ottocento ospitò la Paolina di Antonio Canova, fu anche quella che suscitò maggior successo tra le sale della pinacoteca per il carattere unitario ed elegante della decorazione. \ La volta fu dipinta dal pittore e antiquario Gavin Hamilton (1782-84) con episodi della guerra di Troia. \ Alcune delle tele inserite nella volta nel tempo sono state sostituite da copie, mentre quelle originali sono esposte al Museo di Roma. \ Come sovrapporta sono inseriti quattro bassorilievi di Vincenzo Pacetti, che raffigurano le divinità che presero parte alla guerra. \ Non stupisce, quindi, che tra i dipinti in sala ci sia la Fuga di Enea da Troia di Federico Barocci, un unicum nella produzione del pittore che prediligeva scene religiose. \ Sulle restanti pareti abbiamo esponenti di primo Seicento delle scuole emiliane, tra cui Domenichino, con La caccia di Diana, e Giovanni Lanfranco con Orco, Norandino e Lucina, mentre di Annibale Carracci è la Testa di giovane ridente, uno spontaneo e acuto piccolo ritratto. panorama_96EBADAE_9A91_B6BB_41A3_7B56C7B37404.subtitle = La sala, che durante la metà dell’Ottocento ospitò la Paolina di Antonio Canova, fu anche quella che suscitò maggior successo tra le sale della pinacoteca per il carattere unitario ed elegante della decorazione. \ La volta fu dipinta dal pittore e antiquario Gavin Hamilton (1782-84) con episodi della guerra di Troia. \ Alcune delle tele inserite nella volta nel tempo sono state sostituite da copie, mentre quelle originali sono esposte al Museo di Roma. \ Come sovrapporta sono inseriti quattro bassorilievi di Vincenzo Pacetti, che raffigurano le divinità che presero parte alla guerra. \ Non stupisce, quindi, che tra i dipinti in sala ci sia la Fuga di Enea da Troia di Federico Barocci, un unicum nella produzione del pittore che prediligeva scene religiose. \ Sulle restanti pareti abbiamo esponenti di primo Seicento delle scuole emiliane, tra cui Domenichino, con La caccia di Diana, e Giovanni Lanfranco con Orco, Norandino e Lucina, mentre di Annibale Carracci è la Testa di giovane ridente, uno spontaneo e acuto piccolo ritratto. panorama_96EBDEB2_9A91_72AB_41CD_A5D3D532B699.subtitle = La stanza fu dipinta da Felice Giani negli anni Ottanta del secolo XVIII. Al centro è l’Allegoria della Fama, da cui la sala prende il nome, mentre intorno, affrescati da Giani, con Giovanni Campovecchio, sono alcuni piccoli ovali raffiguranti vedute di Roma. \ Nelle salette della pinacoteca lo schema dei quadri riportati è stato abbandonato in favore di una partitura architettonica di gusto anticheggiante, che si stava diffondendo in tutta Europa. \ Sono qui esposti artisti fiorentini e bolognesi che rielaborarono i modelli coevi toscani. \ Antonio di Donnino del Mazziere e Alonso Berruguete rappresentano il filone eccentrico della prima maniera fiorentina, Fra’ Bartolomeo, invece, si attesta su modelli raffaelleschi. \ Molto attivo a Bologna è Francesco Francia, le cui composizioni si distinguono per l’equilibrio e la delicatezza, ma anche per la scarsa forza emotiva. panorama_96E62139_9A9F_4F9B_41C2_24EE62B6AC52.subtitle = La stanza prende il nome dalla decorazione della volta che raffigura Flora, seduta e attorniata da amorini che giocano e compongono ghirlande, secondo un’iconografia ovidiana. \ Il tondo centrale fu eseguito da Domenico de Angelis nel 1785, mentre le cornici ricche di girali e vegetazione entro cui è inserito sono state dipinte da Giovanni Battista Marchetti, quadraturista di casa Borghese. \ La sala della Flora ospita dipinti di metà Cinquecento di chiara ispirazione michelangiolesca. \ Tra questi il Cristo deposto con la Madonna e due angeli di Marcello Venusti è una diretta derivazione dell’opera del Buonarroti per Vittoria Farnese. \ Un altro notevole artista presente in sala è Pellegrino Tibaldi, allievo di Perin del Vaga (a sua volta allievo di Raffaello), che però dimostra di aver assimilato anche il linguaggio michelangiolesco della Sistina nella sua Adorazione del Bambino. \ Il camino che arreda la sala è preziosamente decorato con rilievi in bronzo di Giuseppe Valadier. panorama_96E53171_9A9F_4FA8_41E3_394816FC386E.subtitle = La stanza prende il nome dalla decorazione della volta che raffigura Flora, seduta e attorniata da amorini che giocano e compongono ghirlande, secondo un’iconografia ovidiana. \ Il tondo centrale fu eseguito da Domenico de Angelis nel 1785, mentre le cornici ricche di girali e vegetazione entro cui è inserito sono state dipinte da Giovanni Battista Marchetti, quadraturista di casa Borghese. \ La sala della Flora ospita dipinti di metà Cinquecento di chiara ispirazione michelangiolesca. \ Tra questi il Cristo deposto con la Madonna e due angeli di Marcello Venusti è una diretta derivazione dell’opera del Buonarroti per Vittoria Farnese. \ Un altro notevole artista presente in sala è Pellegrino Tibaldi, allievo di Perin del Vaga (a sua volta allievo di Raffaello), che però dimostra di aver assimilato anche il linguaggio michelangiolesco della Sistina nella sua Adorazione del Bambino. \ Il camino che arreda la sala è preziosamente decorato con rilievi in bronzo di Giuseppe Valadier. panorama_96E5640F_9A90_F578_41D3_255217B98C0B.subtitle = L’apparato decorativo dell’ambiente, ideato per celebrare i fasti dell’antica Roma, ha il suo centro proprio nel grande affresco con Romolo accolto nell’Olimpo per propiziare la vittoria di Marco Furio Camillo contro i Galli. \ Nelle nicchie in alto sono inseriti i busti dei dodici Cesari di Giovanni Battista della Porta, mentre sopra il passaggio verso il salone degli Imperatori è inserito il gruppo scultoreo di Marco Curzio, opera antica il cui cavaliere fu scolpito da Pietro Bernini. \ Lungo il perimetro è esposta parte dell’importante collezione archeologica della famiglia, tra cui le statue colossali di Bacco e del Satiro combattente. panorama_96E972A6_9A91_D2A8_41C6_25C39086176B.subtitle = Nonostante le dimensioni contenute, la stanza ha un ricco apparato decorativo. \ Come accade in altre sale, la volta riprende il tema del pezzo esposto più significativo, in questo caso l’Ermafrodito, scultura romana del II secolo d. C.. \ Sulla volta, dipinta nel 1781, Nicola Buonvicini racconta la vicenda mitologica di Ermafrodito e della ninfa Salmaci, con molti rimandi ai maestri cinquecenteschi e alla stessa statua presente in sala. \ Quest’ultima rappresenta il giovane addormentato su di un materasso appositamente scolpito nel Settecento, ad imitazione di quello realizzato da Bernini per l’Ermafrodito che fu trasferito a Parigi. \ Le pareti longitudinali sono affrescate con due scene naturalistiche del pittore Michele Wuntze che doveva aver realizzato anche le sovrapporte oggi sostituite da paesaggi di Paul Brill e Frederick van Valckenborch. \ Tra le opere in sala, oltre l’Ermafrodito, spicca la grande vasca in porfido proveniente dal mausoleo di Adriano (oggi Castel Sant’Angelo), rilavorata su disegno di Antonio Asprucci. \ Il pavimento è decorato con mosaici rappresentanti scene di pesca che provengono da una villa romana sulla Tiburtina. panorama_96E50CA8_9A9F_76B8_4190_5D2B84DFABB5.subtitle = Questa sala prende il nome dal soggetto raffigurato nella volta da Pietro Antonio Novelli (1781), di chiaro gusto raffaellesco. \ La stanza, che chiude il percorso, è dedicata al Rinascimento veneto e ai pittori che fecero del colore la loro cifra stilistica. \ Tra i più antichi dipinti in Galleria (1474) è il Ritratto d’uomo di Antonello da Messina, che introdusse elementi fiamminghi nella pittura veneta. \ Databili al primo Cinquecento sono, invece, la Madonna con Bambino di Giovanni Bellini, carica di valori simbolici e di malinconia, e la Madonna con Bambino tra i santi Ignazio di Antiochia e Onofrio di Lorenzo Lotto, che contribuì con i suoi viaggi a diffondere il linguaggio veneto in Italia centrale. \ Più tarda è la tela della Predica del Battista di Paolo Caliari detto Veronese, riconoscibile dagli abiti sontuosi e dal cromatismo acceso. \ Tuttavia, il massimo esponente della pittura veneta, di cui sono presenti quattro tele, è senza dubbio Tiziano, artista che con il suo tonalismo influenzò moltissimi pittori nelle generazioni a venire. panorama_96E53EA4_9A9F_B2A8_41D4_7F2DE96942F1.subtitle = Questa sala prende il nome dal soggetto raffigurato nella volta da Pietro Antonio Novelli (1781), di chiaro gusto raffaellesco. \ La stanza, che chiude il percorso, è dedicata al Rinascimento veneto e ai pittori che fecero del colore la loro cifra stilistica. \ Tra i più antichi dipinti in Galleria (1474) è il Ritratto d’uomo di Antonello da Messina, che introdusse elementi fiamminghi nella pittura veneta. \ Databili al primo Cinquecento sono, invece, la Madonna con Bambino di Giovanni Bellini, carica di valori simbolici e di malinconia, e la Madonna con Bambino tra i santi Ignazio di Antiochia e Onofrio di Lorenzo Lotto, che contribuì con i suoi viaggi a diffondere il linguaggio veneto in Italia centrale. \ Più tarda è la tela della Predica del Battista di Paolo Caliari detto Veronese, riconoscibile dagli abiti sontuosi e dal cromatismo acceso. \ Tuttavia, il massimo esponente della pittura veneta, di cui sono presenti quattro tele, è senza dubbio Tiziano, artista che con il suo tonalismo influenzò moltissimi pittori nelle generazioni a venire. panorama_96EF3DC5_9A90_B6E8_41D5_FE8E9CBC3B39.subtitle = Questo ambiente prende il nome dai busti di età moderna (inizio XVII secolo) degli imperatori romani che scandiscono ritmicamente il perimetro della sala, insieme ai quattro grandi vasi con rappresentazioni delle quattro stagioni ad opera di Massimiliano Laboureur e Lorenzo Cardelli. \ Tutte le nicchie sono occupate da statue antiche, tra cui di particolare importanza è la cosiddetta Artemide Borghese (ultima nicchia verso la sala V), raffigurata nell’atto di preparare il dardo, unica scultura finora ritrovata con questa particolare iconografia. \ Il salone ospita anche preziosi pezzi di arredamento, come i due tavoli dodecagonali di Luigi Valadier in porfido, marmo e bronzo. \ Il Ratto di Proserpina di Bernini fu collocato qui solo a partire dai primi anni del Novecento, quando la Villa venne acquistata dallo Stato. \ Nella volta, anch’essa di soggetto mitologico, Domenico De Angelis narra le vicende di Galatea: nei due tondi ai lati sono riprodotti l’addio all’amato Aci e la gelosia di Polifemo, mentre al centro il trionfo della ninfa, di raffaellesca memoria. panorama_96EFAF9F_9A90_F298_41E1_C283A0C4FFFA.subtitle = Questo ambiente prende il nome dai busti di età moderna (inizio XVII secolo) degli imperatori romani che scandiscono ritmicamente il perimetro della sala, insieme ai quattro grandi vasi con rappresentazioni delle quattro stagioni ad opera di Massimiliano Laboureur e Lorenzo Cardelli. \ Tutte le nicchie sono occupate da statue antiche, tra cui di particolare importanza è la cosiddetta Artemide Borghese (ultima nicchia verso la sala V), raffigurata nell’atto di preparare il dardo, unica scultura finora ritrovata con questa particolare iconografia. \ Il salone ospita anche preziosi pezzi di arredamento, come i due tavoli dodecagonali di Luigi Valadier in porfido, marmo e bronzo. \ Il Ratto di Proserpina di Bernini fu collocato qui solo a partire dai primi anni del Novecento, quando la Villa venne acquistata dallo Stato. \ Nella volta, anch’essa di soggetto mitologico, Domenico De Angelis narra le vicende di Galatea: nei due tondi ai lati sono riprodotti l’addio all’amato Aci e la gelosia di Polifemo, mentre al centro il trionfo della ninfa, di raffaellesca memoria. panorama_96E56023_9A9F_CDA8_41B7_A7276B559490.subtitle = Sono ospitate qui, assieme a dipinti del secondo Seicento, le opere più tarde della collezione, settecentesche e ottocentesche. \ Tra le prime è sicuramente da annoverare la Madonna col Bambino di Pompeo Batoni, dall’atteggiamento dolce e materno che fu attribuita in un primo momento a Carlo Maratti. \ Sulla stessa parete sono esposti i piccoli quadri di Sebastiano Conca e Corrado Giaquinto (rispettivamente la Madonna col Bambino e San Giovanni Nepomuceno e l’Annunciazione). \ Accanto alla porta di passaggio verso la sala XVI sono collocate due deliziose vedute di Roma, opera di Canaletto, eseguite tra il 1742 e il 1745. \ Il dipinto della volta – il Riconoscimento del conte di Angers (1787) – fu dipinto da Giuseppe Cades, allievo di Domenico Corvi e protetto di casa Borghese. \ Si tratta dell’unico soggetto della decorazione della Villa tratto dalla letteratura, ovvero una novella del Decameron che si prestava a raccontare il tema dell’onore, della fedeltà e della nostalgia della propria terra. ### Title panorama_96796237_9A90_CDA8_41CE_109B620CEABB.label = Cappella panorama_0A6B8AAB_9A93_52B8_41DA_2ACB2929A43E.label = I - Sala della Paolina panorama_96E83789_9A90_B379_41E2_67A02D8A3EDB.label = I - Sala della Paolina panorama_96EF03E1_9A97_B2A8_41E1_FC65B0F276CB.label = II - Sala del David panorama_160278E0_9A93_5EA8_41D0_80566659086B.label = II - Sala del David panorama_96EFDBDB_9A97_7298_41D7_EEC2486876F1.label = III - Sala di Apollo e Dafne panorama_96EF0B4C_9A97_B3FF_41D5_DEB278036AB0.label = III - Sala di Apollo e Dafne panorama_96EFAF9F_9A90_F298_41E1_C283A0C4FFFA.label = IV - Sala degli Imperatori panorama_96EF3DC5_9A90_B6E8_41D5_FE8E9CBC3B39.label = IV - Sala degli Imperatori panorama_96EE41FA_9A91_4E9B_41C1_86F93EEF9AC8.label = IX - Sala di Didone panorama_96EE90C4_9A91_4EEF_4168_15690121970D.label = IX - Sala di Didone panorama_96E713FE_9A91_7298_41DA_F7A369660F2E.label = La Villa panorama_96E5640F_9A90_F578_41D3_255217B98C0B.label = Salone Mariano Rossi panorama_A7A1F9C0_A903_43AD_41D2_834B1873F8B9.label = Salone Mariano Rossi panorama_96E972A6_9A91_D2A8_41C6_25C39086176B.label = V - Sala dell'Ermafrodito panorama_96E955CF_9A91_D6F9_41D7_6C74336AA5C9.label = VI - Sala di Enea e Anchise panorama_96E92E4D_9A91_55F8_41D0_18D5880537BD.label = VI - Sala di Enea e Anchise panorama_96E9E91B_9A90_FF98_41B1_0A13A99EE4B7.label = VII - Sala Egizia panorama_96EE64E8_9A90_B6B8_41B6_A987A359EA2D.label = VII - Sala Egizia panorama_96EE2CB7_9A90_B6A8_41DE_99FF9E5AB1AD.label = VIII - Sala del Sileno panorama_96EAF12D_9A93_4FB8_41DF_35A3A67D39E1.label = VIII - Sala del Sileno panorama_96E52575_9A90_B7A8_41D8_7C7774B964C9.label = Vestibolo panorama_96EAD1A9_9A93_4EB8_41E0_9ED8D03B7559.label = X - Sala di Ercole panorama_8B673843_9AB0_BDE8_41C1_7A7AA0B81112.label = X - Sala di Ercole panorama_96EA40B7_9A90_CEA8_41CE_9EBDFA074953.label = XI - Sala della pittura ferrarese panorama_96EAA1DA_9A90_CE98_41DE_28FFC1AE34CF.label = XI - Sala della pittura ferrarese panorama_96EA6F2E_9A90_B3B8_4198_003F65A22AC9.label = XII - Sala delle Baccanti panorama_96EBDEB2_9A91_72AB_41CD_A5D3D532B699.label = XIII - Sala della Fama panorama_96EBAE09_9A91_F578_41B9_7901B44BE7DE.label = XIV - Loggia di Lanfranco panorama_96EBDEA9_9A91_B2B8_41BC_041813F500D4.label = XIV - Loggia di Lanfranco panorama_96EBADAE_9A91_B6BB_41A3_7B56C7B37404.label = XIX - Sala di Elena e Paride panorama_96EAACEE_9A91_76B8_41E1_DCD75ABF81D5.label = XIX - Sala di Elena e Paride panorama_96EABBA8_9A90_B2B8_41C9_FCDC0A6B65C0.label = XV - Sala dell'Aurora panorama_96EAEE5D_9A90_F598_41E1_57F6FC5023E2.label = XV - Sala dell'Aurora panorama_96E62139_9A9F_4F9B_41C2_24EE62B6AC52.label = XVI - Sala della Flora panorama_96E53171_9A9F_4FA8_41E3_394816FC386E.label = XVI - Sala della Flora panorama_96E56023_9A9F_CDA8_41B7_A7276B559490.label = XVII - Sala del Conte di Angers panorama_96E5FF65_9A9F_F3A8_41AD_4A8F8F21C50D.label = XVIII - Sala di Giove e Antiope panorama_96E50CA8_9A9F_76B8_4190_5D2B84DFABB5.label = XX - Sala di Psiche panorama_96E53EA4_9A9F_B2A8_41D4_7F2DE96942F1.label = XX - Sala di Psiche map_8B660298_9AB3_D29F_41CC_8BBDD053F32D.label = borghese ## Skin ### Image Image_7B5115CF_6627_525E_41D1_AB17090B07EA.url = skin/Image_7B5115CF_6627_525E_41D1_AB17090B07EA_it.png ### Label Label_73B896E7_7D89_D577_41D5_4073DEA6C86E.text = Galleria Borghese - {{Title}} ### Multiline Text HTMLText_0D67E950_1290_6448_41AA_4E0FDBFBCD2A.html =