#: locale=it ## Media ### Subtitle panorama_DADBAEAA_D12E_6283_41E1_27F0D9650C76.subtitle = I templi sono del tipo cosiddetto “etrusco-italico” di Vitruvio. Su un alto basamento si eleva la struttura lignea a triplice cella e pronao colonnato, come si può vedere nel grande pannello con disegno esplicativo di recente allestimento, davanti al quale sono collocate le terrecotte policrome di decorazione del tempio del Belvedere. \ Queste sono costituite da antefisse di Satiro e Menadi, lastre di rivestimento e sculture frontonali. panorama_DAADB315_D12A_6381_41D5_020DD70A51EB.subtitle = Il Museo archeologico nazionale di Orvieto, posto a fianco del Duomo, è situato al pianterreno del medievale Palazzo Papale (Palazzo di Martino IV), che ospita ai piani superiori una parte delle collezioni del Museo dell’Opera del Duomo e si articola in vaste ed alte sale con volte a sesto acuto; la facciata è scandita da bifore e grandi archi. Inaugurato nel 1982 negli anni ha arricchito il nucleo espositivo iniziale, dedicato ai vecchi ritrovamenti ottocenteschi orvietani, aggiungendo materiali da scavi recenti condotti nel territorio. \ Da giugno 2015 il Museo Archeologico di Orvieto fa parte della Direzione Regionale Musei dell’Umbria \ Le sale del Museo raccolgono, secondo un ordine topografico e cronologico, i materiali recuperati durante le ricerche nelle necropoli e nei santuari della città di Orvieto, condotte dalla fine dell’Ottocento ad oggi e l’esposizione si articola sia per complessi associati che per materiali di rilievo ma decontestualizzati. \ Gli spazi espositivi sono disposti in sei sale su un unico piano e tendono a delineare il quadro dell’Orvieto etrusca e del territorio circostante a partire dal IX sec. a.C. Le sezioni sono dedicate alle necropoli periurbane e urbane, alle tombe Golini, ai santuari urbani e a quello di Campo della Fiera. Il Museo promuove la conoscenza del territorio orvietano provvedendo ad organizzare mostre temporanee e visite guidate. panorama_DADB718B_D12E_BE81_41BD_9AE23A0620F6.subtitle = In una nicchia della sala è esposto il bell’acroterio proveniente dal santuario di Cannicella raffigurante il matricidio di Oreste. E’ conservata la figura di un giovane guerriero con clamide e corazza che si avventa su una donna a terra. (v. Sala Crocifisso del Tufo). Sono inoltre all’interno delle vetrine accolti una selezione di vasi attici e di produzione etrusca e un askos con testa di volatile (arpia). panorama_DADB827D_D12D_FD81_41E9_7CDD675742CA.subtitle = La Necropoli del Crocefisso del Tufo, che tra le orvietane è quella che ha restituito il maggior numero di tombe, oltre trecento, ha raggiunto la sua massima estensione tra la metà del VI e il V sec. a.C., ma sono note anche tombe più antiche, come quelle a circolo; alcune arrivano al III sec. a.C. \ I corredi all’interno delle tombe hanno una sostanziale omogeneità, e molto frequente è la deposizione di instrumenta in ferro e più raramente in bronzo per la preparazione e la cottura dei cibi, come alari, molle da fuoco, spiedi, coltelli, calderoni e bacili: la preparazione del banchetto è legata all’orizzonte maschile, come la deposizione di armi, in particolare punte di lancia in ferro, simbolo della condizione di guerriero appartenente alla classe sociale dominante. \ Accanto a tali oggetti è presente il vasellame da mensa, come calici, coppe, attingitoi, oinochoai, crateri in bucchero o ceramica dipinta locale ad imitazione dei più costosi prodotti di importazione. Questi presenti in grande quantità, sono legati al mercato greco e greco orientale: la ceramica attica a figure nere e rosse è molto attestata con la presenza di grandi pittori come il Pittore di Berlino e il Pittore di Leagros per le figure nere e il Pittore di Tleson per le figure rosse. \ Le sepolture femminili sono contraddistinte da oggetti tipici dell’abbigliamento e dell’ornamento personale, come orecchini, braccialetti, anelli in oro, pasta vitrea, pietre dure o ambra; tra le ceramiche sono presenti contenitori per profumi di produzione greca o imitati localmente. \ In evidenza un rython in bucchero con testa di satiro e di ariete di VI sec. a.C. \ panorama_DAD2A7A4_D12A_6287_41D5_106142BEA27E.subtitle = La sala d’ingresso del Museo accoglie all’interno di grandi vetrine i reperti provenienti dal territorio, dallo scavo di alcune delle principali necropoli volsiniesi, come Castelviscardo, Montecchio, Bardano. \ Significativa l’uniformità nella produzione artigianale che denota la presenza di officine per la realizzazione di oggetti in bucchero, bronzo e ceramica. \ Una vetrina è riservata a materiali di importazione, soprattutto grandi vasi attici e manufatti bronzei, privi di provenienza. panorama_DAD4A512_D12E_E780_41D1_964B1732C959.subtitle = L’itinerario continua nella sala dedicata al santuario federale di Campo della Fiera, il Fanum Voltumnae, dove si riunivano i rappresentanti delle dodici città etrusche per celebrare cerimonie religiose, giochi solenni e prendere decisioni in comune. Sono esposti i materiali di scavo relativi ai vari edifici sacri, tra cui le teste delle divinità, gli oggetti rituali, e le antefisse. Eccezionale il rinvenimento di un tesoretto monetale con 221 esemplari e la presenza di oggetti che attestano la occupazione dell’area fino al XV secolo quando lo spazio venne destinato ad attività di mercato. \ \ panorama_DADBA5E4_D12D_A687_41E1_3024DB61EF06.subtitle = Menzioniamo la tomba 147 di avele metiena, dal nome che compare sull’iscrizione posta sull’architrave e riferita al proprietario. \ Il sepolcro con doppia camera conteneva un corredo con numerosi vasi di bucchero e una notevole quantità di vasi e bacili in bronzo oltre agli strumenti per la preparazione dei cibi. Alla donna apparteneva una coppia di orecchini a bauletto. \ Ad un infante di sesso maschile deposto nella tomba 146, latinie kaile appartenevano invece un gruppo di strumenti miniaturistici in ferro: due alari, due spiedi, una cuspide di lancia e un ago in bronzo. \ La tomba 187, una di più recente rinvenimento, è singolare per le sue caratteristiche: presenta un circolo di blocchetti all’interno del quale era deposto un sarcofago in tufo contenente l’inumato ed una serie di vasi di impasto buccheroide ed varie fibule che avevano ancora attaccato una parte del tessuto della veste. \ Databile alla seconda metà del VII sec. a.C., si colloca prima del progetto urbanistico della necropoli e il defunto del sarcofago era uno dei personaggi di maggior prestigio della città antica. \ La frequentazione dell’area in età villanoviana è rappresentata da frammenti d’impasto della facies villanoviana con decorazioni lineari e a zig-zag. \ panorama_DAD537A1_D12E_E281_41DC_BE5BA12747AD.subtitle = Negli ambienti adiacenti viene proposta la ricostruzione delle due tombe Golini, rinvenute nell’Ottocento, le cui pitture staccate sono state ricollocate secondo le posizioni originarie. \ Vi si accede in numero e ad intervalli prestabiliti. panorama_DADBE95D_D12D_AF81_41DB_FC52AB84210C.subtitle = Nella Sala Settecamini sono esposti materiali provenienti dal territorio di Porano e le affrescate tombe Golini; si passa quindi a corredi funerari dal territorio come quello della tomba K279 di Crocifisso del Tufo, e alla parte dedicata ai santuari. \ Dopo la scoperta ottocentesca delle tombe di Porano i corredi furono smembrati tra vari musei e ad eccezione di alcuni, la maggior parte degli oggetti rimane priva di contesto. Nelle vetrine sono esposti i più significativi. \ Tra gli oggetti di particolare rilievo è l’armatura della tomba del guerriero, proveniente da Porano, contrada Settecamini, loc. Poggio del Roccolo. \ L’armatura, rinvenuta nel 1863 all’interno di una piccola tomba a camera, con unica deposizione in una cassa di legno dorato, deposta sulla banchina, è datata al terzo venticinquennio del IV sec. a.C. La sepoltura fa parte di una piccola necropoli a 4 km a sud-ovest di Orvieto, formata da circa 15 tombe a camera, tra cui le tombe Golini I o dei Velii e Golini II o tombe delle due Bighe (v. oltre). All’interno del sepolcro era presente anche vasellame bronzeo costituito da oinochoe, olpe, phiale e situla. \ L’armatura è costituita da una completa panoplia difensiva bronzea di tipo oplitico: elmi, schinieri, corazza anatomica e scudo circolare e trova puntuali riscontri in tombe con armi vulcenti, populoniesi e perugine. Insieme al restante corredo denota l’elevato livello sociale ed economico della famiglia del defunto. \ L’elmo di tipo italico, ha calotta emisferica con paranuca, terminante in alto con bottone decorato da una rosetta a rilievo. \ \ panorama_DADB8F05_D12D_A380_41DF_55FCCF0C346B.subtitle = Nella grande sala centrale sono esposti materiali di antico e nuovo rinvenimento relativo alle necropoli urbane situate a ridosso della rupe in località Cannicella e Crocifisso del Tufo, rispettivamente nei versanti meridionale e settentrionale: la prima è rappresentata da corredi funerari e da terrecotte architettoniche policrome di notevole fattura, provenienti dal santuario; la seconda mostra importanti corredi funerari ricchi di oggetti sia di importazione, come anfore e kylikes attiche, sia di produzione locale, come i buccheri, molti dei quali decorati con la tecnica a cilindretto. \ Gli oggetti in bronzo e ferro, rappresentati in cospicua quantità, di grande pregio e significativi sotto l’aspetto socio-economico, sono legati alla cerimonia del banchetto e alla pratica della guerra. panorama_DADADB2A_D12D_A383_41E6_913C7DE67048.subtitle = Si prosegue la visita nella saletta destinata alla presentazione dei corredi funerari provenienti dalle località di Castellonchio, a ridosso del Paglia, ricchi di ceramiche, bronzi e preziose oreficerie risalenti alle fasi conclusive della vicenda storica volsiniese. \ E’ presente anche il corredo della tomba 200 della Necropoli di Crocifisso di tufo, con i classici buccheri aventi un galletto come presa del coperchio. panorama_DADB9C3C_D12E_6587_41E4_20C0E7190958.subtitle = Sono inoltre presentati esempi delle terrecotte policrome che decoravano alcuni tra i più importanti santuari della città, come le sculture frontonali del tempio del Belvedere, ricostruite in una ipotetica collocazione originaria (sulla destra) e le bellissime teste fidiache del tempio di S. Leonardo e una grande antefissa trovata nell’area del palazzo del Capitano del Popolo. \ Sul pianoro sorgevano molti templi dedicati agli dei principali del pantheon etrusco; di alcuni rimangono solo le terrecotte architettoniche di rivestimento delle strutture lignee, di altri parti delle strutture come l’imponente tempio del Belvedere ancora visibile all’estremità settentrionale del pianoro o il complesso di Cannicella, inserito in un contesto funerario sulle pendici meridionali della rupe (V. sez. Crocifisso del Tufo). \ La grande quantità di terrecotte architettoniche rinvenute ad Orvieto dall’Ottocento in poi testimoniano l’attività di officine specializzate in questa produzione e la presenza di una scuola coroplastica volsiniese attiva dalla metà del VI sec. a.C., la cui massima fioritura è avvenuta intorno alla fine del VI-inizi V sec. a.C. ### Title panorama_DAADB315_D12A_6381_41D5_020DD70A51EB.label = Esterno panorama_DAD2A7A4_D12A_6287_41D5_106142BEA27E.label = Ingresso panorama_DAD537A1_D12E_E281_41DC_BE5BA12747AD.label = Pitture Tombali 01 panorama_DAD4EA0D_D12E_AD81_41D8_C75F33F61D96.label = Pitture Tombali 02 panorama_DADADB2A_D12D_A383_41E6_913C7DE67048.label = Sala 01 panorama_DADB8F05_D12D_A380_41DF_55FCCF0C346B.label = Sala 02A panorama_DADB827D_D12D_FD81_41E9_7CDD675742CA.label = Sala 02B panorama_DADBA5E4_D12D_A687_41E1_3024DB61EF06.label = Sala 02C panorama_DADBE95D_D12D_AF81_41DB_FC52AB84210C.label = Sala 03A panorama_DADB9C3C_D12E_6587_41E4_20C0E7190958.label = Sala 03B panorama_DADBAEAA_D12E_6283_41E1_27F0D9650C76.label = Sala 03C panorama_DADB718B_D12E_BE81_41BD_9AE23A0620F6.label = Sala 03D panorama_DAD4A512_D12E_E780_41D1_964B1732C959.label = Sala Campo della Fiera ## Skin ### Image Image_7B5115CF_6627_525E_41D1_AB17090B07EA.url = skin/Image_7B5115CF_6627_525E_41D1_AB17090B07EA_it.png ### Label Label_73B896E7_7D89_D577_41D5_4073DEA6C86E.text = Museo Archeologico Nazionale di Orvieto - {{Title}} ### Multiline Text HTMLText_0D67E950_1290_6448_41AA_4E0FDBFBCD2A.html =