#: locale=it
## Hotspot
### Tooltip
HotspotMapOverlayArea_40970B7F_7114_323B_41B0_1911E89AB952.toolTip = Ingresso
HotspotMapOverlayArea_5E7FE32C_7114_73DD_41D7_7B58B61A37AC.toolTip = Sala I a
HotspotMapOverlayArea_41B7EDFC_7114_363D_41A0_47B24953D97C.toolTip = Sala I b
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HotspotMapOverlayArea_4085D297_711C_12CB_41DA_24CCA3017795.toolTip = Sala XII
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HotspotMapOverlayArea_418C071E_711C_33FD_41DB_3833EA64CE7C.toolTip = Sala Xb
HotspotMapOverlayArea_4146A068_712C_2E46_41D4_9F056F5A0687.toolTip = Scalinata
## Media
### Floorplan
### Image
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### Subtitle
panorama_7A646F75_711C_324F_41D3_8EE463844369.subtitle = La sala XII è dedicata alla porcellana e alla giada cinesi. \
\
La porcellana, introdotta in Europa fin dalla dinastia Yuan (1279-1368), ebbe un ruolo cruciale nel diffondersi del gusto per la cineseria: difficile da riprodurre in Occidente, divenne uno dei prodotti orientali più ricercati. \
Gli esemplari della sala XII comprendono prevalentemente vasi da esportazione suddivisi per “famiglie” in base al colore. \
Nella vetrina tra le finestre si possono ammirare pregiate porcellane in blanc de chine raffiguranti soggetti religiosi buddhisti e taoisti. \
Al centro sala, su due tavoli della dinastia Qing (1644-1911), sono collocati due grandi vasi della famiglia nera della metà del XVIII secolo. \
Al centro della sala un mobile cinese finemente intagliato accoglie preziose giade: bruciaincenso, coppe, un piccolo paravento da scrittoio e uno scettro cerimoniale buddhista, ruyi. \
Una piccola vetrina accoglie ceramiche islamiche iraniane e siriane provenienti dalla collezione Loewy.
panorama_7A6C5B66_7115_F24D_41C4_FEAAF1B7A750.subtitle = Al centro della grande sala vi è la preziosa portantina per dama in lacca, onna norimono. \
La lunga stanga superiore veniva sorretta da sei persone, mentrela dama all’interno era comodamente adagiata su un cuscino in seta e poteva guardare all’esterno, senza essere vista, attraverso la garza leggera che copriva le finestrelle. \
panorama_7A6C1142_7114_6E45_41CE_DB82E63AA563.subtitle = Alle spalle della portantina è esposto un prezioso paravento cinese in lacca a dodici ante del tipo Coromandel, con scene di caccia.
panorama_7A6C239D_7114_12FF_41DB_849559693398.subtitle = I samurai indossavano sempre una coppia di spade, daishō, che comprendeva katana e wakizashi, la spada corta. \
Alcuni esemplari di quest’ultima sono esposti nelle vetrine verticali d’ingresso, mentre nella vetrina 7 sono collocati dei tantō, pugnali, con splendidi foderi in lacca. \
Nella vetrina 4 vi sono numerosi jingasa, cappelli da guerra, in prevalenza del tipo ichimonji, a tesa larga e circolare.
panorama_7FAF35B6_712C_16CD_41D2_87D76C7DAC1D.subtitle = Il Museo d’Arte Orientale conserva una delle maggiori collezioni d’arte giapponese del periodo Edo (1603-1868) in Europa, anche se non mancano sezioni dedicate alla Cina, all’Indonesia e al Sud-Est asiatico. \
L’ingresso del Museo accoglie il visitatore con opere rappresentative di queste aree: lungo la suggestiva scalinata in legno voluta da Nino Barbantini, che curò il primo allestimento del Museo tra il 1925 e il 1928, sono collocate armi inastate cinesi e giapponesi.
panorama_7A6C1883_7114_1ECB_41CA_456D54B60325.subtitle = In battaglia non potevano mancare archi e frecce: nella vetrina 2 sono custoditi splendide faretre in lacca (yebira) del tipo utsubo, che recano al loro interno frecce dalle punte metalliche.
panorama_7A6C9433_7114_35CB_41D0_F4893BAAC51C.subtitle = La sala IX è dedicata prevalentemente a lacche e avori. Si possono osservare la preziosa scacchiera cinese con pedine in avorio intagliato e dipinto, i tavolieri per il gioco del go, i grandi contenitori ottagonali in lacca (kaioke) con pregiate valve di conchiglia dipinte per il gioco del kai awase e le scatole per il gioco dell’incenso. \
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Nella vetrina 11 alcuni okimono in avorio rappresentano con minuzia e precisione piccoli animali, fanciulle e samurai. \
panorama_7A63E0C6_711B_EE4D_41AA_4633ECA9B6FE.subtitle = La sala VIII conserva strumenti musicali giapponesi. \
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Flauti (fue) e percussioni (ōtsuzumi, kotsuzumi e taiko) erano utilizzati dall’orchestra del teatro nō. \
Nella vetrina 17 vi sono anche uno splendido esempio di shamisen, con la cassa armonica in legno laccato e pelle di gatto e organi a bocca (shō) con 17 canne di bambù. \
Di eccezionale valore artistico sono i tre grandi koto in legno di paulonia che si suonavano con unghie artificiali. \
\
Alle pareti sono appesi rotoli dipinti e paraventi di grandi maestri del periodo Edo, tra i quali Hokusai, Moronobu, Harunobu, Kunisada che raffigurano festeggiamenti all’aperto, cortigiane, geisha, dame di corte: tutti soggetti tipici dell’ukiyoe, la pittura del mondo fluttuante. \
panorama_7A63F894_711C_1ECD_41D7_B8A1E2F9FA2C.subtitle = La sala X è interamente dedicata alle lacche. \
La lacca, urushi, si ricava dalla linfa della Rhus verniciflua, che viene scaldata, purificata e filtrata. \
Su un supporto di legno accuratamente preparato con tessuto, urushi grezzo e sabi, si applica la lacca in più strati, ciascuno dei quali deve lentamente asciugare prima che sia steso il successivo. \
panorama_7A6AF7B4_7114_12CD_41CA_0466D54DBD2C.subtitle = Le armi da fuoco, visibili nella vetrina 1 assieme ai ventagli di comando e ai cappelli da guerra in metallo, arrivarono in Giappone intorno alla metà del XVI secolo, attraverso il commercio con i mercanti portoghesi. \
Le armi da fuoco, tanegashima, dal nome di un’isola a sud del Kyūshū, imitavano quelle europee dalle quali differivano per il gusto tutto giapponese della decorazione e dei motivi ornamentali. \
Nelle vetrine 2 e 3 sono esposte lame di spade e pugnali senza montatura, delle quali è visibile il codolo (nakago) con la firma dello spadaio e un foro che serviva per l’inserimento del perno di bambù che lo fissava all’impugnatura. \
La spada giapponese, dalla lama curva, presenta un unico filo di taglio. \
In vetrina vi sono lame di katana, spada lunga due shaku (circa 60 cm) e di wakizashi spadecorte, lunghe tra uno e due shaku.
panorama_7A6CCCA6_7114_16CD_41D7_2D2D89112910.subtitle = Le vetrine orizzontali conservano gli accessori per la decorazione
panorama_7A6C08EA_7114_7E45_41A7_8531EA4BBFC4.subtitle = Nella sala vi è tutto il necessario per la bellezza femminile: pettini e spilloni, bacili per la pulizia personale e per la tintura dei denti, mobiletti da toletta (kyōdai). Questi pezzi mostrano l’elevato livello tecnico dei maestri laccatori giapponesi. \
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Nelle vetrine a centro sala sono esposte sakazuki, coppette cerimoniali per il sake, in lacca rossa decorata in oro e nero. \
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Alle pareti oltre ai kakejiku sono appesi due splendidi fusuma, firmate Genki, che hanno per soggetto l’autunno e l’inverno. \
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Nelle vetrine 12, 13, 14 vi sono fermagli (netsuke) in avorio, lacca, metallo, porcellana o legno dalle innumerevoli fogge e particolari, che servivano per trattenere alla cintura portaerbe medicinali (inrō), tabacchiere o borse per il denaro.
panorama_7A6CB6D1_7114_3247_41BC_E01E7CB2CF1D.subtitle = Nelle vetrine 4, 12, 16vi sono esemplari delle più note manifatture di ceramiche e porcellane giapponesi, tra le quali si distinguono dei piatti Nabeshima, prodotti a uso esclusivo dei signori di Nabeshima, pezzi Kakiemon, dal soprannome del ceramista Sakaida Kizaemon (1596-1666), porcellana Kyoto, Kutani, Satsuma e Imari, realizzata prevalentemente per l’esportazione.
In una vetrina spiccano due sculture lignee policrome del periodo Kamakura (1185-1333), due guardiani del Buddha Nyorai. \
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In una vetrina spiccano due sculture lignee policrome del periodo Kamakura (1185-1333), due guardiani del Buddha Nyorai. \
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Le vetrine orizzontali conservano gli accessori per la spada (kodōgu) finemente decorati. \
Si tratta di elsa (tsuba), impugnatura del coltellino (kozuka) alloggiato nel fodero, spillone per i capelli (kōgai), placchette (menuki), collarino (fuchi), base dell’impugnatura (kashira).
panorama_7A63B400_711C_15C5_41D7_9422F4E564F2.subtitle = Nelle vetrine di centro sala vi sono numerosi inrō, suddivisi in scomparti per erbe medicinali, in gran voga durante il periodo Edo. \
Finemente decorati, questi oggetti presentano motivi decorativi benaugurali cari alla tradizione letteraria. \
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Nelle vetrine verticali trovano posto suzuribako, le scatole per scrivere al cui interno si poteva trovare tutto il necessario per la scrittura, scatole per la cancelleria, porta lettere e documenti e tavolini da scrittura. \
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Il mobile per la tintura dei denti (kurodana), insieme allo shodana e allo zushidana non poteva mancare tra gli oggetti della dote delle figlie dei ricchi feudatari. \
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Tra gli oggetti più curiosi vi sono i servizi da merenda per i banchetti all’aperto (sagejubako).
panorama_7A636C93_711C_16CA_41CC_430ADAF2DD60.subtitle = Nell’alcova, sui sostegni per abiti (iko), vengono esposti a rotazione tre esemplari di kosode, gli abiti giapponesi, dei quali il Museo conserva una ricca collezione.
panorama_7A6D80C6_7114_2E4D_41CE_BF2DB7BFDC78.subtitle = Questa è la sala del Museo che meglio di tutte documenta l’allestimento originario di Nino Barbantini. \
I samurai di rango elevato montavano a cavallo utilizzando selle (kura) e staffe (abumi) in legno laccato, spesso adorne dello stemma del proprio clan e di motivi decorativi benaugurali. \
Le selle, del tipo kurabane, erano composte da quattro parti tenute insieme da cordoni che le rendevano flessibili. \
Le staffe, dal fondo largo e piatto, garantivano al cavaliere la stabilità necessaria all’uso di arco e frecce, che fino all’introduzione delle armi da fuoco erano le armi da offesa più efficaci a distanza. \
Nel periodo Edo i cavalieri non erano più la principale forza militare dell’esercito giapponese e i samurai a cavallo intervenivano quasi esclusivamente nelle parate cerimoniali al cospetto dei loro signori o dello shōgun. \
La bambola del periodo Meiji (1868-1912), collocata sopra l’uscita, mostra come erano montati tutti i finimenti della cavalcatura.
panorama_7A6C6E29_7114_35C7_41D0_F3265E6EE7D9.subtitle = Sopra l’armatura giapponese si poteva indossare un copriarmatura (jimbaori) sul retro del quale era spesso raffigurato il mon (stemma) del clan d’appartenenza. \
Nella vetrina 3 sono conservati mobiletti porta spada e astucci da viaggio per spade in lacca.
panorama_7D999DC7_7114_164B_41B3_09987950B647.subtitle = Sul primo pianerottolo vi è una scultura khmer datata tra il X e l’XI secolo, probabilmente incompiuta. \
Di grande impatto sono indubbiamente le sei armature giapponesi realizzate nel periodo Edo. \
Tra il 1603 e il 1868 la casata dei Tokugawa estese il suo controllo su tutto il Giappone eleggendo Edo, attuale Tokyo, a capitale shogunale. \
Gli shōgun Tokugawa, detentori del potere effettivo, a differenza di quello puramente rappresentativo dell’imperatore, riuscirono a mantenere la pace in Giappone per duecentocinquant’anni. \
Non è un caso che le armi e le armature realizzate in questo periodo, proprio perché utilizzate sostanzialmente per le parate, si siano arricchite di raffinatissimi accessori ornamentali.
### Title
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panorama_7A6C6E29_7114_35C7_41D0_F3265E6EE7D9.label = Sala I - A
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